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Camorra, il boss latitante Ciro Rinaldi aveva anche dei fogli con dei codici in tasca. IL VIDEO DELLA CATTURA

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Aveva le valigie pronte ed era pronto a cambiare nascondiglio forse addirittura era diretto all’estero quando i carabinieri lo hanno scovato nell’abitazione che gli avevano messo a disposizione a san Pietro a Patierno. Non ha tentato la fuga ne opposto resistenza e si è lasciato pacificamente ammanettare. Non era armato e non aveva documenti falsi. Si ritiene non fosse il suo covo ma una soluzione di mero passaggio nel suo spostarsi tra un covo e un altro. In tasca aveva dei fogli manoscritti con numeri e appunti che da un primo esame sembrano giocate per il superenalotto e codici per scommettere su incontri di calcio.

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Il 55enne boss Rinaldi il 2 novembre 2018 si era sottratto all’esecuzione di un ordine di carcerazione dopo che la Suprema Corte aveva accolto il ricorso della procura di Napoli per il ripristino della misura cautelare legata alle indagini sul duplice omicidio di Raffaele Cepparulo e di Ciro Colonna, quest’ultimo vittima estranea alle logiche della criminalità organizzata, avvenuto nel quartiere di Ponticelli nel 2016; durante la sua latitanza, e’ arrivata anche a suo carico la misura cautelare per quello di Vincenzo Di Bernardo, avvenuto a Somma Vesuviana l’11 novembre 2015.
La cosca del boss Ciro Rinaldi aveva messo piede nell’area Est di Ponticelli dopo l’arresto dei vertici del clan De Micco i famigerati ‘Bodo’ ovvero i ‘Tatuati’, ma anche nel centro di Napoli. Secondo gli inquirenti, i Rinaldi hanno stretto alleanze con i Sibillo, e con i Giuliano, sempre per contrastare i loro storici nemici, i Mazzarella. Lo scontro tra le due cosche non si è mai fermato. Si deve ai Rinaldi l’avvio delle ostilità a colpi di stese e attentati. Alla faida tra i Rinaldi e i Mazzarella si deve anche probabilmente la bomba carta che un mese fa è stata fatta esplodere davanti alla pizzeria Sorbillo in via dei Tribunali. Rinaldi era ricercato per estorsione in un’inchiesta del 2011 che portò dietro le sbarre ben 32 esponenti della camorra del rione Villa perchè avevano messo sotto pressione un imprenditore di Ercolano impegnato in importante opere di costruzione in città. L’uomo aveva ricevuto una richiesta di ‘pizzo’ da 50mila euro e fu lui stesso a raccontare tutto ai carabinieri. Secondo i pentiti e grazie alle intercettazioni telefoniche, il boss è stato anche ritenuto il mandante dell’omicidio di Raffaele Cepparulo e di Ciro Colonna, quest’ultimo vittima innocente dell’agguato. Era il 7 giugno del 2016 quando i killer entrarono in un circolo ricreativo fecero fuoco per uccidere Cepparuolo, al vertice dei cosiddetti ‘barbudos’ del rione Sanità, che aveva trovato riparo a Ponticelli dopo aver compreso di essere nel mirino dei clan nemici. Ciro Colonna indossava una maglietta dello stesso colore della vittima disegnata. Rinaldi era inoltre ricercato per l’omicidio di Vincenzo De Bernardo, ucciso a Somma Vesuviana l’11 novembre del 2015 per fare un piacere ai Sibillo, dato cha aveva ospitato nella cittadina vesuviana il nipote Roberto De Bernardo, tra gli esecutori per conto dei Buonerba dell’omicidio del baby boss di Forcella Emanuele Sibillo.

 


Articolo pubblicato il giorno 16 Febbraio 2019 - 16:35


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