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Camorra: assolto il boss Ciro Mariano, pena ridotte per tutti gli affiliati

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Napoli. La notizia più eclatante è l’assoluzione al boss Ciro Mariano da circa un anno libero completamente dopo 30 anni circa trascorsi in carcere ininterrottamente, La sentenza è stata pronunciata in un’aula blindata e per ben due volte il giudice ha dovuto richiamare gli astanti. Sopratutto quando ha letto l’ultima parte del dispositivo che confermava le assoluzioni e dimezzava le pene. Si é chiuso così il processo al clan Mariano dei Quartieri Spagnoli di Napoli, con l’assoluzione del boss Ciro Mariano. Questa la decisione: pene dimezzate per tutti gli imputati, tra loro il figlio di Ciro, Marco Mariano, difeso dall’avvocato Gaetano Inserra, che é stato condannato a 4 anni. Stessa decisione anche per Fabio Mariano (4 anni), Raffaele Mariano (6 anni) e Salvatore Mariano (4 anni). Pena ridotta anche per Eduardo De Crescenzo, Antonio Masiello, Vincenzo Ricci e Annamaria Dresda, che rischiavano condanne superiori a 10 anni. Erano difesi tutti dall’avvocato Giuseppe De Gregorio. Per Antonio Esposito, soprannominato “Pallino”, difeso dall’avvocato Leopoldo Perone, 4 anni di reclusione e scarcerazione immediata. Armando Perrella, difeso dall’avvocato Giovanni Fusco, rischiava una condanna a 13 anni ed é stato condannato a 6 anni: inammissibile il ricorso del pm sull’associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga. Era considerato il braccio destro di Mariano e come gli atri é tornato in libertà. L’indagine del settembre del 2016 portò in carcere oltre trenta persone, quasi tutte considerate vicine al clan Mariano dei Quartieri Spagnoli. Le accuse erano di associazione camorristica, estorsione e riciclaggio: secondo la Procura molti dei soldi illeciti venivano riciclati in negozi che vendevano pesce e in altri che fornivano latticini. Tra gli imputati anche Ernesto Tecchio, genero dei Mariano, che é stato condannato a sei anni di reclusione. Confermate tutte le assoluzioni di primo grado. In ballo c’erano anche le ipotesi di estorsione aggravata, in quanto avrebbero imposto i loro prodotti alimentari ai commercianti di mezza Napoli, e di traffico di droga, poiché grazie ad accordi con altre cosche erano riusciti a gestire le piazze dello spaccio per la movida.

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Articolo pubblicato il giorno 19 Febbraio 2019 - 21:01


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