Dall’Europa dell’Est a Casal di Principe passando per il Veneto. Era questo il tragitto delle armi da guerra che dalla Russia e dai paesi della ex Jugoslavia giungevano nel casertano. Un vero e proprio arsenale fatto di pistole, esplosivo, bombe a mano, kalshnikov e mitragliatori modello Skorpion. E’ quanto emerge nell’inchiesta che ha portato in carcere ben 50 persone per gli affari della camorra di Casal di Principe in Veneto, con l’articolazione guidata da Luciano Donadio. A confermare tali circostanze sono stati diversi collaboratori di giustizia, in particolare Vincenzo Vaccaro, Salvatore Laiso e Roberto Vargas.Circostanze che sono state confermate anche da un ufficiale della guardia di finanza che ha operato sotto copertura entrando in contatto con il trafficante Camil Ikic che gli ha riferito di avere nella sua disponibilità “3 pistole calibro 7.65; 10 pistole calibro 6.35; mitragliatori kalashnikov e Uzi, 1 kg di espolsivo al plastico, 4 bombe a mano e 3 kg di dinamite”. Ikic ha confermato di aver procurato armi anche al gruppo di Donadio.
Gustavo Gentile
Articolo pubblicato il giorno 25 Febbraio 2019 - 17:55