GIUSEPPE BATTISTON in WINSTON vs CHURCHILL di Carlo G. Gabardini e con Maria Roveran regia PAOLA ROTA Churchill incarna il primato della politica e umanamente è un eccesso in tutto: tracanna whisky, urla, sbraita, si lamenta, ma senza mai arrendersi, fuma sigari senza sosta, tossisce, detta ad alta voce bevendo champagne, si ammala, comanda ma ascolta, è risoluto ma ammira chi è in grado di cambiare idea, spesso lavora sdraiato nel letto, conosce il mondo ma anche i problemi dei singoli, ha atteggiamenti e espressioni tranchant, e battute che sembrano tweets: “Gli italiani perdono le guerre come se fossero partite di calcio e le partite di calcio come se fossero guerre” Giuseppe Battiston incontra la figura di Churchill, la porta in scena, la reinventa, indaga il mistero dell’uomo attraverso la magia del teatro, senza mai perdere il potente senso dell’ironia “Meglio fare le notizie che riceverle, meglio essere un attore che un critico” Di tutto questo parla il testo di Carlo G. Gabardini, che mostra Churchill in un presente onirico in cui l'intera sua esistenza è compresente e finisce per parlare a noi e di noi oggi con una precisione disarmante.
Possente, irriverente, arrogante e con una buona dose di misoginia, è da quest’autentica combinazione che prende vita Winston vs Churchill per la regia di Paola Rota, in cui l’interprete Giuseppe Battiston, porta in scena, da giovedì 31 gennaio alle ore 21.00 (in replica fino a domenica 3 febbraio) al Teatro Nuovo di Napoli, uno dei più popolari personaggi del Novecento, in un allestimento tratto da “Winston Churchill, il vizio della democrazia” di Carlo G. Gabardini, presentato da Nuovo Teatro. Ad affiancare in scena l’attore, che ne raffigura le sembianze, i riti e le movenze quand’egli ha già superato l’ottantina, sarà Maria Roveran, nei panni della sua paziente e trafelata infermiera, che, oltre a curarlo, prova a scalfire quella corazza apparentemente invincibile. Convinto europeista, interventista e innamorato del brandy e del sigaro più che delle donne, qui pare riflettere su un passato che appare ormai lontanissimo, sulle imprese di guerra che hanno avuto successo, contro Hitler, e su quelle che sono miseramente fallite, come contro i Turchi sullo stretto dei Dardanelli. Churchill trova nella sua interlocutrice una sfida affascinante. In costante contrapposizione alle donne, soprattutto a Nancy Astor, la prima parlamentare donna a sedere alla camera dei comuni con cui Churchill dibatteva spesso, l’innocente infermiera, che decanta i suoi valori e la sua morale, lo mette alla prova sin dall’inizio. “Abbiamo inventato una storia – così la regista Paola Rota – e immaginato una situazione che potesse far emergere gli aspetti di Churchill che ci interessavano senza fare una lezione di Storia. È un Churchill visto nella sua umanità, che, con la sua proverbiale ironia e senso dello humor, viaggia in una dimensione sospesa tra presente e passato, tra realtà e memoria. È un uomo che vive cento vite in una, scrive, combatte, si trova a prendere le decisioni politiche che hanno reso possibile il mondo in cui viviamo oggi”. Leggero e allo stesso tempo intenso, didattico ma a suo modo, Winston vs Churchill è quanto di più lontano ci sia dalla politica di oggi. Lo conferma lo stesso Gabardini che, a proposito ha dichiarato “Churchill ci insegna anche l’utilità della politica come tramite per prendere delle decisioni. Non possiamo limitarci all’alzata di mano o a un voto online. Le cose non si possono decidere così, serve qualcuno che le cose le conosca davvero. Poi si discute, certamente”. Winston vs Churchill “mostra” l’uomo in un presente onirico, dove la sua intera esistenza è compresente, parlando a noi e di noi, oggi, con una precisione disarmante. Non vi è spazio per i rimpianti e per guardare indietro, come un vecchio sfoglia l’album della sua vita, ma per l’orgoglio e il vanto di essere stato ciò che è stato, pur con tutte le sue contraddizioni.
Foto di scena: Noemi Ardesi
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