Lavoro

Treofan chiude a Battipaglia, i sindacati sul piede di guerra e De Luca: ‘Di Maio oltre ai tweet che fa?’

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Lo stabilimento di Battipaglia della Treofan sarà chiuso. La comunicazione ufficiale dell’azienda, firmata dal ceo Manfred Kaufmann, è ai lavoratori nel tardo pomeriggio di oggi. L’azienda di proprietà indiana era già ferma da oltre un mese. Per adesso, l’amministratore delegato parla di ricerca di “soluzioni socialmente accettabili per i lavoratori”.Immediate sono arrivate le reazioni dei sindacati e dei politici. “La decisione del gruppo indiano Jindal, che ha comunicato l’avvio della procedura per la cessazione dell’attività dello stabilimento Treofan di Battipaglia, in provincia di Salerno, è gravissima e impone a tutti i soggetti interessati, istituzioni in primis, un intervento rapido e drastico. Annullare in un colpo una realtà consolidata come la Treofan, con 40 anni di storia alle spalle, e mandare per strada 80 lavoratori esperti e qualificati, che con l’indotto diventano il doppio, quasi tutti laureati in chimica o ingegneria, è uno schiaffo non solo al territorio salernitano ma all’intera economia nazionale”. Lo ha dichiarato Nora Garofalo, segretaria generale Femca-Cisl. “I vertici della Jindal stanno dimostrando la totale ignoranza, se non il disprezzo, delle più elementari regole di relazioni industriali e di buon senso, anche perché su questa vertenza c’è un tavolo aperto con sindacati e governo. Chiudere il sito di Battipaglia, evidentemente, ha un solo scopo: consolidare la presenza dell’attività del gruppo indiano in Italia, visto che un paio di anni fa ha rilevato uno stabilimento a Brindisi, sempre nel settore del film in polipropilene. Inoltre preoccupa il congelamento degli investimenti per l’altro sito produttivo, che ha sede a Terni. Ci opporremo con ogni mezzo allo smantellamento di questa importante realtà produttiva, che rappresenta l’ultimo avamposto italiano della chimica dei Ferruzzi e poi della Montedison, un pezzo importante della storia del settore in Italia. Scrivere la parola fine, e farlo in questo modo, è una decisione scellerata che grida giustizia”, ha concluso Garofalo. Sulla stessa lunghezza d’onda le dichiarazioni dell’Ugl: “I nostri timori sono purtroppo diventati realtà. L’Ugl Chimici non resterà a guardare e si impegnerà con tutti i mezzi a disposizione per evitare che ciò accada”, ha dichiarato il vice segretario nazionale Ugl Chimici, Eliseo Fiorin. Per il sindacalista “non bastano le rassicurazioni contenute nella lettera di Jindal ricevuta oggi nella quale si spiega che l’azienda ‘farà tutto quanto in suo potere per trovare una soluzione socialmente accettabile per tutti i colleghi coinvolti’.Jindal si é mostrata completamente sorda anche ai nostri allarmi di carattere sociale, visto che la chiusura del sito di Battipaglia mette in seria difficolta’ non solo il territorio stesso ma un’intera economia in cui sono coinvolte anche le fabbriche di Brindisi e di Terni. Ecco perche’ – conclude Fiorin – chiediamo un intervento del Governo e del Mise in particolare: occorre un’azione sia politica sia sindacale affinché un gruppo come Jindal, impegnatasi con l’Italia con accordi di programma per lo sviluppo produttivo di altri siti, non comprometta indirettamente gli stessi accordi sottoscritti e gli interessi industriali nonché sociali di interi territori e quindi del Paese”.  Anche il Governatore della Campania, Vincenzo De Luca è intervenuto: “Al di la’ delle chiacchiere e dei tweet, mi auguro che il ministero del Lavoro faccia qualcosa di concreto”, ha affermato e assicura il proprio impegno “fino all’ultimo minuto per recuperare”. Intanto, “per quello che riguarda la Campania, non daremo un euro nel contratto di servizi. Ci eravamo impegnati a dare quasi 18 milioni di euro, ma se si taglia il lavoro non daremo più un euro. Stiamo utilizzando questo come argomento di pressione”.


Articolo pubblicato il giorno 25 Gennaio 2019 - 18:38
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