I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma hanno sequestrato, all’esito di attività investigative durate circa un anno, 5.000 bombole contenenti oltre 50 tonnellate di gpl non conformi agli standards di sicurezza. Il valore dei beni sequestrati ammonta a oltre 350.000 euro e sono stati indagati 16 soggetti, ai quali sono state comminate sanzioni per un importo superiore ai 150mila euro. Le indagini condotte dai finanzieri del I Gruppo Roma, coordinate dalla locale Procura della Repubblica di Roma, hanno preso il via proprio dalla Capitale, all’interno del parco regionale dell’Appia Antica, dove inizialmente le Fiamme Gialle hanno monitorato, anche attraverso un sistema di videosorveglianza, alcuni automezzi e addetti che depositavano bombole di Gpl all’interno dei terreni nella disponibilità di alcuni tra i soggetti indagati. Seguendo gli spostamenti dei mezzi, hanno poi scoperto e ricostruito il traffico illecito di bombole di gpl tra Lazio e Campania. In particolare, si è pervenuti all’individuazione di un’azienda in provincia di Caserta dove avveniva l’imbottigliamento dei recipienti e dalla quale partiva la distribuzione. La perquisizione ha consentito di sequestrare decine di recipienti irregolari e di appurare che le bombole erano riempite con quantitativi di prodotto notevolmente inferiori al dichiarato (cd. sottopeso), in frode degli ignari acquirenti. Quest’ultima procedura consentiva peraltro agli indagati di commercializzare un quantitativo di prodotto ben superiore al reale. L’ultimo sequestro in ordine di tempo è stato effettuato proprio all’interno del parco regionale dell’Appia Antica. Infatti, nelle immediate vicinanze della Chiesa del Domine Quo Vadis, i finanzieri hanno cautelato tre terreni dove erano stoccate illegalmente oltre 1500 bombole di Gpl, 7 tra camion e furgoni per il loro trasporto, procedendo alla denuncia di tre soggetti italiani. Le bombole, prive di collaudo e detenute senza alcuna cautela e misura di sicurezza, sono state rinvenute dai militari accatastate alla rinfusa in prossimità del centro abitato, in luoghi non idonei allo stoccaggio e coperti da fitta vegetazione, per lo più stipate in baracche fatiscenti e pericolanti. L’attività posta in essere dai militari della Guardia di Finanza, che si inquadra nel più ampio dispositivo volto alla repressione degli illeciti in materia di accise e a tutela dei consumatori, ha contribuito a garantire anche la sicurezza degli stessi, considerato che le bombole non collaudate, riempite illegalmente ed immesse in commercio sono destinate principalmente all’uso domestico, pertanto potenzialmente pericolose per l’incolumità degli acquirenti.
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