Si chiude con le dimissioni del direttore Vincenzo Barone un mese di tempesta che ha sconvolto l’austerita’ della Normale come mai era accaduto prima in oltre due secoli di storia. La vicenda del possibile “sdoppiamento” a Napoli della Scuola pisana ha innescato uno tsunami che ha travolto il direttore, reo agli occhi della comunita’ normalista di avere condotto una “battaglia personale” e, a quelli della Lega di Pisa di avere cercato di ‘scippare’ il brand. “E’ stata una sommossa – dice senza mezzi termini Barone -, ovvero una coalizione di interessi, anche contrastanti tra loro, per abbattere il capo. Ma dire che quel progetto era da me stato tenuto nascosto non e’ vero, perche’ gia’ ne parlavo nel mio programma di mandato quando sono stato eletto nel 2016”. Inoltre “non mi hanno dato il tempo di spiegarlo, perche’ l’accelerazione inusuale che c’e’ stata nell’ultimo mese e’ sotto gli occhi di tutti ma io ho sempre seguito lo statuto”. Alla fine pero’ e’ stato costretto alla resa e il Senato Accademico ha ratificato le sue dimissioni. Entro due mesi saranno fissate le elezioni del nuovo direttore. Ma il documento del parlamentino normalista, dopo aver preso atto che con le dimissioni Barone ha evitato “un’ultima inutile prova di forza”, manda anche altri messaggi chiari e “deplora la tendenziosa e strumentale campagna mediatica orientata a interferire con la fisiologica dialettica interna della Scuola e condanna l’ingerenza politica nelle scelte interne della Normale, ribadendo il ruolo primario dell’autonomia universitaria”. Non ha fermato le dimissioni neppure la richiesta del ministro dell’Istruzione Marco Bussetti al direttore di “proseguire il suo percorso”, recapitata il 4 gennaio a Barone, nella quale ribadisce che l’istituzione della Scuola meridionale superiore “nasce da una scelta del Governo, condivisa dalla maggioranza parlamentare, finalizzata ad assicurare una piu’ equa distribuzione delle scuole superiori sul territorio nazionale, creando una fondamentale opportunita’ per la formazione superiore nel Mezzogiorno”. Barone dunque lascia e il sindaco pisano, Michele Conti, che aveva aspramente criticato l’ipotesi di un succursale della Normale a Napoli, ne prende atto: “Non spetta a me commentare le scelte interne della Normale o del suo direttore. La mia e’ stata una battaglia per Pisa, troppo spesso in passato depauperata delle proprie eccellenze”. Per il deputato pisano della Lega Edoardo Ziello le dimissioni di Barone “sono il giusto epilogo di una vicenda che rischiava di svuotare una delle identita’ piu’ prestigiose del territorio con progetti non concordati con i docenti, ne’ con gli studenti”. Di tutt’altro avviso l’ex ministro Valeria Fedeli (Pd), amareggiata per l’addio di Barone che ringrazia “per qualita’ e lungimiranza del lavoro svolto”: l’opposizione della Lega di Pisa “non ha valide ragioni se non quelle di uno sterile campanilismo cavalcato da un partito che, nonostante la propaganda, resta contro il Sud”. Lega “a due facce” per il deputato Gabriele Toccafondi: quella di governo “trova i soldi” per “l’implementazione di una Normale del Sud”, quella pisana “e’ contrarissima”: a rimetterci, a suo parere, gli studenti del meridione.
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