Aspre le proteste dei familiari delle vittime della strage del bus caduto nella scarpata ad Avellino, dopo l’assoluzione dell’amministratore delegato di Autostrade, Giovanni Castelluccio.”Sono assassini, ci hanno tolto tutto” “Ci hanno tolto tutto, ormai non abbiamo più nulla, loro possono fare tutto grazie al potere e noi restiamo le uniche vittime”. Queste alcune delle parole pronunciate dai familiari. Giuseppe Bruno nell’incidente del 28 luglio 2013 ha perso i genitori e non ha mai mancato un’udienza del processo a carico dei dirigenti di Autostrade per l’Italia, dei funzionari della Motorizzazione Civile di Napoli e del proprietario del Bus, Gennaro Lametta. La sua rabbia è esplosa assieme a quella degli altri familiari presenti nell’aula del tribunale di Avellino. “E’ una sentenza profondamente ingiusta – dice – ci aspettavamo la condanna dell’amministratore delegato di Autostrade. E’ lui il vero responsabile. Ci sono stati altri morti, dopo i nostri. A chi dobbiamo chiedere conto della manutenzione?”. Nessuno dei familiari si e’ costituito parte civile nel processo e tutti hanno accettato i risarcimenti proposti da Aspi.
“I morti siamo noi”, ha urlato Clorinda Iaccarino, sopravvissuta a quel volo di 25 metri dal viadotto. Piange e si dispera, perché ha perso il marito e le figlie di 20 e 16 anni. Si dice “miracolata” perchè è viva, “ma la mia vita è finita. Solo la giustizia divina mi resta”. Sono stati in molti a urlare “ottantatré”, il numero delle vittime della strage in A16 e di quella per il crollo del ponte di Genova.
“Desidero esprimere la massima solidarietà ai parenti delle vittime della strage di Avellino, il vostro dolore è anche il nostro. Siamo sorpresi per questa sentenza e attendiamo di leggere le motivazioni, intanto andremo avanti insieme ai familiari, dando loro il massimo sostegno qualora decidessero di andare in Cassazione”, così Alessandro Amitrano, deputato campano del MoVimento 5 Stelle, commentando la sentenza di assoluzione in primo grado dell’ad di Autostrade Giovanni Castellucci, nel corso del processo sulla strage di Avellino. “Su Avellino chiediamo da troppo tempo la verità, la meritano le famiglie delle 40 persone che hanno perso la vita e non li lasceremo da soli. Questa vicenda non si può concludere senza che siano emerse fino in fondo le responsabilità”, conclude Amitrano.
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