Se sia soltanto una tregua momentanea o invece la fine definitiva di un braccio di ferro protrattosi per giorni ce lo diranno le prossime ore. E forse proprio l’incontro di lunedi’ con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte potra’ contribuire a pacificare una volta per tutte gli animi dei sindaci. Oggi quindi il Consiglio Direttivo dell’Anci pare essere riuscito a riportare armonia dentro l’organizzazione. Il tutto dopo giorni di scontri aspri, nati dopo le prese di posizione di Orlando e de Magistris sulla legge sicurezza. A cui hanno replicato piu’ di 400 sindaci, prevalentemente di centrodestra, che hanno difeso strenuamente la norma proposta dal ministro dell’Interno. Il calumet della pace muove principalmente su tre proposte: la possibilita’ di mantenere l’accesso allo Sprar delle persone vulnerabili; l’applicazione di modalita’ uniformi per la presa in carico da parte delle Asl dei richiedenti asilo; il diritto a conoscere le persone presenti nei centri di accoglienza, con numero di componenti, sesso e eta’. “Al governo chiederemo un approfondimento tecnico – ha spiegato Decaro al termine del Direttivo – che molto probabilmente portera’ all’emanazione di una circolare”. L’associazione dei Comuni chiedera’ poi anche una verifica del costo dei migranti, “perche’ con 45 euro a persona non e’ possibile coprire i costi da parte dei sindaci”. Ma bisogna fare in fretta, ha aggiunto, “perche’ sulla legge sulla sicurezza non possiamo aspettare i tempi della Consulta, dobbiamo intervenire prima”. Decaro e’ poi entrato nel merito della contrapposizione tra sindaci: “ci sta che i sindaci abbiano sensibilita’ diverse, ed e’ anche giusto che ogni singolo sindaco esprima una sua propria posizione, ma questa non e’ la posizione dell’Anci”. Ha detto la sua anche sui sindaci favorevoli al decreto: “quelle firme servivano a chiarire la posizione che l’Anci ha sempre espresso, tra l’altro in Commissione Immigrazione e nel Consiglio Nazionale, il tutto per ben 12 volte. E oggi in sostanza abbiamo confermato che l’Anci opera ogni volta una forma di mediazione”. Secca la presa di posizione del coordinatore dei sindaci pro-decreto, Guido Castelli, che ha messo nel mirino il primo cittadino di Palermo: “le recenti dichiarazioni di Leoluca Orlando hanno gettato benzina sul fuoco e grazie all’iniziativa dei 400 si e’ evitato il peggio. Antonio De Caro ha pienamente condiviso le nostre valutazioni e lo ringraziamo per questo. Parlare del decreto sicurezza – ha aggiunto Castelli – come di un provvedimento ‘disumano e criminogeno’ ci allontana dalla verita’ e dall’opportunita'”. Soddisfatto il sindaco di Firenze Dario Nardella, secondo il quale “dal confronto l’Anci ne esce piu’ forte di prima, quindi direi che il tentativo di spaccare dall’esterno l’associazione non e’ riuscito”. Non senza aggiungere che “e’ chiara la nostra posizione di migliorare le leggi, che in ogni caso vanno rispettate”. Tranchant il sindaco M5S di Livorno, Filippo Nogarin, che ha chiesto di smetterla “con le pantomime” visto che “il tentativo di voler mettere i sindaci contro il governo e’ stancante”. Non molla invece il sindaco di Palermo Orlando, che ha spiegato di voler continuare il suo impegno “per verificare la costituzionalita’ della legge sulla sicurezza e su questo – ha promesso – vado avanti”. Piena sintonia con il suo omologo di Napoli Luigi de Magistris, che piu’ volte a margine del direttivo Anci e’ tornato sul concetto di “interpretazione in modo costituzionalmente orientato delle leggi”. Anche se, ha ammesso, “le leggi vanno rispettate e non cestinate”.
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