«Denunciare conviene. Lo dimostra la sentenza di condanna confermata in Cassazione, partita proprio dalla denuncia di una vittima che si è rivolta all’Associazione Sos Impresa Salerno».
Tommaso Battaglini, presidente di SOS Impresa Salerno, sottolinea così il pronunciamento della Corte di Cassazione nei confronti dell’imprenditore capaccese Roberto Squecco, condannato ad 1 anno e 10 mesi poiché ritenuto «organico all’associazione camorristica guidata da Giovanni Marandino» e perché «le minacce con cui tentò di farsi consegnare da un altro imprenditore del settore funebre la somma di 70mila euro non furono un esercizio arbitrario delle proprie ragioni ma una tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso, perché la modalitàfu violenta e perché quei soldi non erano il frutto di un rapporto lecito ma di un prestito usurario».
«Sos impresa Salerno ha affiancato e assistito fin dal principio la vittima che denunciò Squecco e gli altri imputati nei cui confronti le cui condanne sono state confermate dalla Cassazione. La nostra associazione si è poi costituita parte civile nel relativo processo penale, seguendo la vicenda nel primo e nel secondo grado, fino al giudizio di legittimitàin Cassazione, la quale non solo ha riconosciuto la responsabilitàdi Squecco e degli altri associati che hanno scelto di essere giudicati con il rito abbreviato, ma ha anche confermato il diritto dell’associazione al risarcimento e alla liquidazione delle spese legali sostenute, con il rinvio alla Corte d’appello di Napoli per la quantificazione delle stesse. È chiaro che l’aspetto risarcitorio e la condanna degli imputati al risarcimento del danno e alle spese nei confronti dell’Ente – spiega ancora il presidente Battaglini – acquistano un significato soprattutto simbolico, perché sono la misura dell’impegno sul campo da parte dell’associazione al fianco delle vittime, che hanno maturato il coraggio di denunciare nel momento in cui non si sono sentite più sole. Questo è un messaggio importante – prosegue presidente dell’associazione antiracket salernitana – e cerchiamo di trasmetterlo ogni giorno attraverso occasioni di incontro, di formazione e di informazione, affinché le vittime di usura ed estorsione sappiano che denunciare è un atto di coraggio che non compiono da sole».
E proprio l’usura e l’estorsione figurano come i reati di maggiore connivenza tra i sodalizi criminali, secondo l’analisi su scala provinciale declinata in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Giudiziario.
«Proprio per questo è necessario che la collaborazione tra le Procure salernitane ed Sos Impresa Salerno, ente regolarmente iscritto nell’elenco prefettizio delle associazioni antiracket e antiusura, si intensifichi ancora di più, per garantire la vicinanza dello Stato e delle istituzioni alle vittime che decidono di denunciare i propri aguzzini. Nei processi nei quali Sos Impresa si è costituita parte civile al fianco delle persone offese dal reato – conclude Battaglini – abbiamo registrato negli anni un più efficace contrasto all’usura e all’estorsione, con un impianto accusatorio iniziale che ha trovato definitiva conferma dinanzi all Suprea Corte. E questo grazie ad una partecipazione attiva, consapevole e tenace delle vittime le quali hanno bisogno di non sentirsi sole nel lungo e spesso tortuoso cammino rappresentato dal processo penale».
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