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Processo Aliberti, giornalista in aula: “Minacce e locandine divelte per mettere a tacere la stampa”

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Scafati. Giornaliste minacciate dal fratello dell’ex sindaco di Scafati Angelo Pasqualino Aliberti e dal pregiudicato Gennaro Ridosso: è il tema sul quale stamane si è concentrata l’attenzione del pm della Dda Vincenzo Montemurro, degli avvocati degli imputati e dei giudici del Tribunale di Nocera Inferiore – presidente Raffaele Donnarumma – nel processo ad Aliberti+altri. In aula un unico testimone: Rosaria Federico, ex caposervizio del quotidiano Metropolis nel 2013, alla quale nel giugno di quell’anno la collega Valeria Cozzolino riferì delle minacce subite dinanzi ad un’edicola di via Alcide De Gasperi da Nello Maurizio Aliberti e da altre persone tra le quali Gennaro Ridosso. La difesa dell’ex sindaco Aliberti ha chiesto di acquisire i verbali della testimone dell’accusa redatti nel 2017, dinanzi agli investigatori della Dia di Salerno, e nel 2015 relativo alle minacce subite da Nello Maurizio Aliberti in un noto bar di Scafati.
La giornalista ha confermato l’episodio e le minacce subite dalla collega, rispondendo ad alcune domande del pm, raccontando che quel giorno sia lei che la collega Cozzolino ricevettero numerosi attestati di solidarietà dal Cdr del giornale e dall’ordine dei giornalisti della Campania, ed ha specificato alcune circostanze relative agli attacchi fatti a lei e ai giornalisti della testata per la quale lavorava anche attraverso comunicati stampa dell’amministrazione comunale. L’episodio al centro dell’attenzione nel processo è relativo alle minacce subito in occasione della pubblicazione di un articolo relativo ai presunti abusi edilizi nell’abitazione dell’allora sindaco, articolo che aveva provocato la violenta reazione di Nello Maurizio Aliberti e di un gruppo di supporter che in quell’occasione lo accompagnava, nei confronti della corrispondente del quotidiano Valeria Cozzolino, incontrata dinanzi ad un’edicola dove poco prima erano state strappate le locandine. Rosaria Federico ha raccontato che Nello Maurizio Aliberti minacciò pesantemente la collega e le intimò di non occuparsi più di vicende che riguardavano la famiglia Aliberti, allo stesso tempo ingiuriò pesantemente le due giornaliste. Il clima di tensione per tacitare la stampa nel periodo in cui l’allora sindaco era impegnato nella campagna elettorale per le amministrative è tra gli episodi contestati ai fratelli Aliberti e a Gennaro Ridosso che rispondono anche di scambio di voto politico-mafioso (Gennaro Ridosso è stato condannato a sei anni di reclusione con rito abbreviato per corruzione elettorale e le minacce alla giornalista Valeria Cozzolino) insieme a Monica Paolino, moglie di Aliberti e consigliere regionale di Forza Italia, Giovanni Cozzolino, ex staffista di Aliberti, Roberto Barchiesi, ex consigliere comunale, Andrea Ridosso, cugino di Gennaro Ridosso e fratello di Luigi jr, Ciro Petrucci, ex vicepresidente dell’Acse, la cui nomina sarebbe stata sponsorizzata da esponenti del clan Ridosso – in particolare Luigi – in cambio dell’appoggio elettorale fornito da esponenti del clan sia ad Aliberti che alla moglie Monica Paolino, durante le Regionali del 2015. La prossima udienza è prevista per il 20 febbraio prossimo: sul banco dei testimoni il giornalista Domenico Gramazio, Filippo Sansone ex Ad di Scafati Sviluppo, e l’ex presidente del consiglio comunale di Scafati Pasquale Coppola.
Renato Pagano


Articolo pubblicato il giorno 23 Gennaio 2019 - 22:53


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