Scafati. Era già tutto scritto quel giorno: il 26 aprile del 2015. Il piano per uccidere Armando Faucitano, il 46enne scafatese, agli arresti domiciliari per droga era pronto e studiato. Mandati, esecutori e fiancheggiatori sono stati arrestati stamane dai carabinieri del Reparto Territoriale dei carabinieri di Nocera Inferiore. Tre persone, i cui nomi era già scritti da tempo nel fascicolo dell’inchiesta coordinata dalla Dia di Salerno e dal sostituto procuratore Giancarlo Russo. Ma quei nomi, pochi mesi dopo l’omicidio avvenuto il 26 aprile del 2015, nella piazzetta Falcone e Borsellino, erano già emersi. Di uno si conosceva l’identità, ma non le responsabilità, fin dai primi minuti dopo il delitto: Pasquale Rizzo, l’uomo che quel giorno era in compagnia di Faucitano, con il quale pare che la vittima avesse preso anche un caffè faceva da palo. Raccontò di essere stato risparmiato dai killer, ma era lì a pochi passi. Rizzo, si scoprì poi, faceva l’aiutante nel negozio di animali di Carmine Alfano Uno faceva il ‘palo’, si è scoperto che era un finto amico con il quale prese il caffè, Pasquale Rizzo, dipendente nel negozio di animali del mandante-esecutore dell’omicidio, Carmine Alfano. Rizzo, non a caso pochi mesi dopo il delitto di piazzetta Falcone e Borsellino, fu arrestato in Germania in compagnia di Vincenzo Alfano, fratello di Carmine, per la detenzione di un ingente quantitativo di droga. Quelle di Rizzo non erano solo amicizie pericolose, dunque. Secondo l’antimafia, il pregiudicato scafatese, portò Faucitano a’ dama’, era ‘amico’ della vittima ma anche complice di Alfano. Forse quella mattina aveva per l’ennesima volta sollecitato il tossicodipendente-pusher, finito nel mirino, a pagare una partita di droga acquistata da Alfano e non pagata perchè nel frattempo era stato arrestato e finito agli arresti domiciliari, con un permesso ad uscire qualche ora al giorno per provvedere ai suoi bisogni quotidiani. Ma Faucitano, quei soldi per appianare il debito non li aveva e allora il piano di ucciderlo fu messo in pratica. Un segnale a tutti quelli che trasgredivano le regole. Pasquale Rizzo, stamane, è passato ufficialmente da testimone-chiave del delitto a complice degli assassini.
Quel giorno i killer in azione erano due, come fu accertato fin dai primi momenti dagli inquirenti. Uno dei due era proprio Alfano, l’altro il suo amico-complice Marcello Adini, successivamente arrestato con lui per una tentata estorsione al bar Dodo del centro Plaza di Scafati.
Quei tre nomi erano scritti da tempo nell’inchiesta aperta per scoprire gli assassini di Armando Faucitano. Oggi, i carabinieri del Reparto territoriale hanno eseguito un’ordinanza emessa dal Gip del tribunale di Salerno a carico di tutti e tre. Alfano e Adini erano già detenuti, il primo a Cosenza, l’altro a Salerno-Fuorni, mentre Rizzo è finito in carcere a Fuorni dove sarà interrogato lunedì insieme ad Adini. Mentre l’interrogatorio di garanzia di Carmine Alfano, difeso dall’avvocato Francesco Matrone, si terrà per rogatoria a Cosenza.
Rosaria Federico
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