Adesso e’ di fatto insostituibile per Ancelotti e lo splendido gol su punizione di ieri nella vittoria ai danni della Lazio, e’ soltanto l’ultima perla in ordine di tempo sfornata dal quasi 25enne polacco, autore finora di 11 centri in campionato e 1 in Coppa Italia. Per Arkadius Milik e’ una nuova rinascita. L’ennesima dopo la lunga serie di fortuni che ne ha costellato la carriera. Sono 12 i sigilli in 22 presenze, solo due in meno realizzati nelle appena 40 apparizioni totali delle stagioni precedenti. Il bomber polacco ha finalmente ritrovato i gol e soprattutto una forma fisica eccezionale: fermarlo adesso sara’ veramente difficile. Un risultato ottenuto nonostante l’accanimento del destino con il lavoro, il sacrificio, il sudore e una voglia matta di riprendersi tutto quello che aveva perso, tutto quello che i due maledetti infortuni alle ginocchia gli avevano tolto. Il primo al legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro, il 9 ottobre 2016, appena due mesi dopo il suo arrivo al Napoli. Tempo di far leccare i baffi ai tifosi partenopei con un paio di doppiette, poi il primo crack. Operazione e riabilitazione lo costringono a tornare in campo dopo 127 giorni e 23 partite saltate, ma nel frattempo l’incredibile esplosione di Dries Mertens nel ruolo di falso nove, mette ancora piu’ fuori causa il centravanti polacco riportandolo dietro nelle gerarchie di Maurizio Sarri, ex allenatore azzurro ora al Chelsea. Recuperare la miglior condizione fisica per riprendersi il posto e’ l’obiettivo di Milik per la nuova stagione (2017/2018). E l’inizio non e’ affatto male, visto che il 19 agosto, alla prima giornata di campionato, trova subito il gol liberazione contro il Verona. Tutti si aspettano la rinascita del polacco, ma dopo appena un mese, il 23 settembre, anche il legamento crociato anteriore del ginocchio destro decide che il centravanti classe ’94 debba lottare nuovamente contro il suo destino beffardo. Due infortuni gravi in meno di un anno per un ragazzo che ha da poco superato la soglia dei 20 anni, che rischia cosi’ di essere messo letteralmente in “ginocchio” dalla sua stessa fragilita’. Fragilita’ fisica, ma non mentale. Perche’ Milik riprende a lottare come un guerriero, in un calvario stavolta anche piu’ lungo di quello seguito al primo infortunio: 158 giorni lontano dai campi, 29 partite ad osservare i propri compagni dalle tribune, con la speranza di tornare presto in condizioni ottimali. “Dopo due infortuni cosi’ non sara’ piu’ lo stesso”, chissa’ quante voci di questo tipo si sono rincorse nei bar, nei locali e nelle strade di Napoli e di tutta Italia. Arek Milik pero’ e’ tornato, lo ha fatto da uomo ancor prima di farlo da calciatore. Ha lottato, ci ha creduto, si e’ ripreso il posto a suon di gol ed e’ entrato sempre piu’ nel cuore di una piazza che non l’ha mai lasciato solo nei suoi momenti piu’ difficili.
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