Due pali, un incrocio e due gol per piegare una delle squadre più ostiche del campionato. Il tutto senza titolarissimi come Koulibaly, Allan, Hamsik e Insigne. Il Napoli si riaffaccia al campionato ribadendo di essere la rivale più accreditata nel difficile ruolo di ‘anti-Juve’: al San Paolo una generosa Lazio si arrende 2-1, trafitta dall’uno-due nel giro di pochi minuti di Callejon, al primo centro in stagione, e dall’onnipresente Milik, sempre più leader, offensivo ma non solo, della squadra di Ancelotti. Nella ripresa Immobile riaccende il match, ma nonostante il forcing finale gli uomini di Inzaghi, in dieci nei venti minuti finali per l’espulsione di Acerbi, alzano bandiera bianca e confermano le difficoltà contro le prime della classe (solo un pareggio raccolto contro le prime cinque). Le tante assenze in casa Napoli infondono ardore alla Lazio, che approccia la partita senza grossi timori referenziali. Non è un caso che il primo sussulto arrivi proprio verso la porta di Meret, bravo a smanacciare sul colpo di testa di Milinkovic-Savic imbeccato dal cross di Lucas Leiva. I campani ci mettono un po’ a carburare, ma quando lo fanno per gli ospiti sono dolori. I padroni di casa non si ritrovano subito avanti semplicemente perché il palo salva due volte la Lazio, prima sulla botta di prima dal cuore dell’area di rigore di Milik poi sulla bella torsione dello stesso polacco, respinta provvidenzialmente da Strakosha con l’ausilio del montante. Lulic e compagni hanno ancora un sussulto attorno alla metà del primo tempo con Milinkovic-Savic – Meret non rischia la presa e concede un angolo – ma il doppio spavento portato da Milik toglie certezze all’undici di Inzaghi. Il Napoli così prende campo di minuto in minuto (diagonale di Milik a lato di un nulla) e puntuale arriva il vantaggio, con il primo sigillo in campionato di Callejon, che calcia in corsa sulla palla in profondità di Mertens dopo un errore in uscita in fase di costruzione di Lucas Leiva. I campani non sono sazi, soprattutto Milik, che tre minuti più tardi infatti disegna una traiettoria perfetta su punizione replicando o quasi il sigillo di Cagliari. La doppia sberla in rapida successione incassata nel primo tempo obbliga Inzaghi a cambiare qualcosa in avvio ripresa. E con Correa, in campo al posto di Lukaku per una Lazio a trazione anteriore, gli ospiti ritrovano come per magia brillantezza e pericolosità negli ultimi venti metri. Il campanello d’allarme per il Napoli suona al 6′ (cross di Lulic e colpo di testa impreciso del ‘Tucu’) e si ripete al 13′, con un tiro di Immobile da distanza ravvicinata respinto d’istinto da Meret. In fase offensiva la squadra di Ancelotti continua comunque a impressionare e coglie il terzo legno di giornata con una splendida conclusione di Fabian Ruiz che colpisce l’incrocio dei pali, a cui fa seguito l’ennesimo intervento di Strakosha sul tiro di Milik. Il Napoli però non chiude un partita che si riapre, non del tutto improvvisamente, al 20′, perché Immobile al secondo vero pallone disponibile trafigge sul palo più lontano Meret, con la palla che passa sotto le gambe di Albiol e finisce in rete. Le chances di rimonta della Lazio durano però appena cinque minuti. Milinkovic-Savic commette una leggerezza in disimpegno appena fuori area, Acerbi – già ammonito – è costretto a fermare con le cattive Callejon ricevendo inevitabilmente la seconda ammonizione. Nonostante questo Strakosha tiene a galla i biancocelesti e nel finale, più su mischie e lanci lungi, il Napoli rischia. Ma alla fine porta a casa tre punti che tengono viva la lotta scudetto.
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