“Il carcere di Poggioreale a Napoli, come altre strutture detentive, ha oggettive difficoltà strutturali che meriterebbero urgenti interventi di manutenzione da parte dell’Amministrazione Penitenziaria. Ma, e va detto con forza, questo non pregiudica le condizioni di sicurezza dell’Istituto e la dignità della detenzione dei ristretti. A Poggioreale, le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria svolgono quotidianamente il servizio con professionalità, zelo, abnegazione e soprattutto umanità in un contesto assai complicato”. Lo dichiara Emilio Fattorello, segretario nazionale per la Campania del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, la prima e più rappresentativa organizzazione dei Baschi Azzurri, commentando talune ricostruzioni sul recente decesso di un detenuto a Poggioreale.
Fattorello aggiunge: “Purtroppo ogni morte in carcere è una sconfitta per tutti, si muore di infarto con occlusione totale di una arteria in pochi secondi, si muore con infarto acuto ovunque : in casa, in strada, alla guida, dormendo, praticando sport, in ospedale ed anche in carcere. Disquisire sui tempi di soccorso come in questo caso da parte di Ioia è solo sciacallaggio gratuito e si specula su un dramma umano che è la morte di un giovane uomo. Ciò non giustifica comunque avere un Poggioreale con 2400 detenuti chi permette ciò è responsabile di illegalità e sono tante le Autorità coinvolte. Mi risulta per esempio che l’assistenza sanitaria è mirata e calibrata per 1500 detenuti capienza tollerabile e non certo per 2400.La denuncia del SAPPE in merito è continua e costante”.
Donato Capece, segretario generale del SAPPE, commenta: “L’impegno del primo Sindacato della Polizia Penitenziaria, il SAPPE, è sempre stato ed è quello di rendere il carcere una “casa di vetro”, cioè un luogo trasparente dove la società civile può e deve vederci “chiaro”, perché nulla abbiamo da nascondere ed anzi questo permetterà di far apprezzare il prezioso e fondamentale – ma ancora sconosciuto – lavoro svolto quotidianamente, lo ripeto, con professionalità, abnegazione e umanità dalle donne e dagli uomini della Polizia Penitenziaria. La prima fondamentale e imprescindibile considerazione che il SAPPE intende fare è che ai detenuti delle carceri italiane e campane sono assicurate e garantite ogni tipo di tutela e garanzie, a cominciare dai diritti relati all’integrità fisica, alla salute mentale, alla tutela dei rapporti familiari e sociali, all’integrità morale e culturale. Diritti per l’esercizio dei quali sono impegnati tutti gli operatori penitenziari, la Magistratura ed in particolare quella di Sorveglianza, l’Avvocatura, le Associazioni di volontariato, i parlamentari ed i consiglieri regionali (che hanno libero accesso alle carceri), le cooperative, le comunità e tutte le realtà, che operano nel e sul territorio, legate alle marginalità. Particolarmente preziosa, in questo contesto, è anche l’opera svolta quotidianamente dalle donne e dagli uomini della Polizia Penitenziaria. Donne e uomini in divisa che rappresentano ogni giorno lo Stato nel difficile contesto penitenziario, nella prima linea delle sezioni detentive, con professionalità, senso del dovere, spirito di abnegazione e, soprattutto, umanità. Per tutto questo, respingiamo al mittente le gravi illazioni sulla morte recente di un detenuto a Poggioreale, rispetto alle quali mi auguro che anche l’Amministrazione Penitenziaria adotti adeguati provvedimenti per tutelare l’onorabilità della Polizia Penitenziaria ”.
Il primo Sindacato dei Baschi Azzurri torna a evidenziare che “la Polizia Penitenziaria che lavora nel carcere di Poggioreale è formata da persone che nonostante l’insostenibile, pericoloso e stressante lavoro credono nella propria professione, che hanno valori radicati e un forte senso d’identità e d’orgoglio, e che ogni giorno in carcere fanno tutto quanto è nelle loro umane possibilità per gestire gli eventi critici che si verificano ogni giorno”.
Articolo pubblicato il giorno 28 Gennaio 2019 - 15:03