Napoli. La guardia di finanza di Napoli sta dando esecuzione a un’ordinanza di misure cautelari personali, 11 arresti domiciliari e 2 obblighi di dimora nel comune di residenza, nei confronti di 13 persone ritenute responsabili di reati associativi finalizzati alla frode fiscale. La misura attiene a indagini connesse all’operazione denominata ‘One cent’ condotta dal nucleo di polizia economico finanziaria di Napoli a seguito della quale erano state eseguite misure cautelari personali e reali a giugno 2018 e interviene a seguito di declaratoria d’incompetenza territoriale del gip di Chieti, nell’ambito di indagini eseguite sempre per indebite compensazioni su un sodalizio ramificato a Napoli e nella provincia teatina. Contestualmente si sta eseguendo un sequestro preventivo per oltre 80 milioni di euro nei confronti di 123 tra persone fisiche e società a fronte di un’evasione complessiva di oltre 150 milioni di euro. L’operazione è stata portata a termine con la collaborazione della guardia di finanza e della squadra mobile della questura di Chieti. Le indagini hanno portato in luce condotte seriali di evasione dalla riscossione di imposte e contributi previdenziali attraverso la compensazione, poste in essere da un sodalizio composto da professionisti e consulenti fiscali a beneficio dei 123 contribuenti per fatti, in parte, ulteriori rispetto a quelli già contestati. Il meccanismo fraudolento si basa sulla compensazione di posizioni tributarie, alterate attraverso la presentazione di modelli F24 che i consulenti spendevano direttamente in banca oppure attraverso i servizi di internet banking messi a disposizione dagli intermediari finanziari, mediante il versamento di un solo centesimo per ogni modello di pagamento (l’importo minimo per evitare la presentazione del modello F24 tramite i canali telematici dell’Agenzia delle Entrate). Lo stratagemma ha permesso ai consulenti fiscali, registi della frode, di azzerare debiti tributari per oltre 80 milioni di euro utilizzando in compensazione crediti fiscali fittizi, che in parte si sommano agli oltre 150 milioni già individuati in precedenza. Le indagini hanno altresì permesso di dimostrare che alcuni contribuenti, che nelle indagini precedenti erano apparsi inconsapevoli delle condotte illecite poste in essere dal sodalizio e del meccanismo, ne avessero conoscenza.
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