La direzione del Museo e Real Bosco di Capodimonte di Napoli proroga fino al 15 gennaio la mostra “Incontri sensibili: Paolo La Motta guarda Capodimonte”, che porta per la prima volta al museo l’opera dell’artista napoletano nell’ambito del ciclo “Incontri sensibili, dialogo tra artisti contemporanei e collezione storica di Capodimonte”. Tra le opere in mostra Genny (2007) dedicata da La Motta ad un suo ex alunno, Genny Cesarano, ucciso per sbaglio dalla camorra il 6 settembre 2015, in piazza Sanità, all’età di 17 anni. Un polittico composto da quattro dipinti e da un busto di terracotta, che gioca con la bidimensionalità e la tridimensionalità: cinque elementi come le cinque lettere riportate sul retro di ogni opera a comporre il nome di Genny. Genny dialoga con altre opere di Capodimonte realizzate con varie tecniche (pittura, disegno, fotografia, ceramica), appartenenti ad epoche diverse e accomunate dalla sacralità dell’infanzia: il Bambino Gesù, il busto di San Giovanni e l’impenetrabile ragazzo fotografato di spalle da Mimmo Jodice.
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