E’ morta dopo due anni di agonia e sofferenza la giovane agente di polizia penitenziaria Sissy Trovato Mazza, uccisa da un colpo di pistola alla testa nell’ascensore dell’ospedale civile di Venezia dove si trovava in servizio esterno per verificare la situazione di una detenuta che aveva partorito. Il killer di Sissy ancora non e’ stato trovato. “E’ una notizia tristissima che addolora profondamente tutti, familiari, amici e l’intera Amministrazione della quale faceva parte”, scrive in una nota il Capo del Dap Francesco Basentini. Originaria di Taurianova, Sissy Trovato Mazza lavorava nel carcere femminile della Giudecca. “La sua battaglia – prosegue Basentini – si e’ conclusa ieri sera. Ma io mi auguro che la stessa determinazione con la quale Sissy ha dimostrato di voler rimanere aggrappata alla vita sia di sprone ora piu’ che mai per l’accertamento della verita’ e venga fatta, finalmente, piena luce su quanto accaduto quel terribile giorno. Lo dobbiamo a lei, alla sua famiglia, ai suoi cari e a tutti i suoi colleghi che non hanno mai smesso di pregare per lei in questi due anni”. Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede aveva incontrato a novembre i familiari di Sissy che oggi avrebbe compiuto 29 anni. Nell’occasione, Bonafede vide anche Francesco Basentini e il padre dell’agente, Salvatore Trovato Mazza, che aveva esposto tutte le anomalie della vicenda. Da parte loro il ministro e il capo del Dap Basentini ribadirono la volonta’ di seguire ancora il caso su cui sono in corso indagini dopo che il gip Barbara Lancieri ha concesso una proroga di sei mesi. Gli accertamenti riguardano celle telefoniche, tabulati, il pc personale dell’agente e la pistola che sparo’ quella mattina. Le circostanze in cui l’agente fu ferita infatti non sono chiare. Dapprima si ipotizzo’ un suicidio ma poi e’ entrata in campo l’ipotesi di un omicidio: Sissy infatti aveva lamentato problemi dopo per aver presentato alcune denunce riguardanti attivita’ illecite all’interno del carcere. Basentini fece infatti poi sapere che erano partiti accertamenti interni all’amministrazione penitenziaria dopo i rilievi di Sissy. Tuttavia, nonostante le indagini, non si e’ mai riusciti a capire chi potesse arrivare a tanto da ucciderla, a chi potesse appartenere la pistola che esplose il colpo che la raggiunse alla testa, e neppure se vi fosse un motivo particolare per cui Sissy era di turno con il compito di recarsi all’Ospedale civile di Venezia per eseguire il controllo sulla detenuta che aveva partorito.
Articolo pubblicato il giorno 13 Gennaio 2019 - 18:25