Già condannato con sentenza definitiva a tre anni di reclusione per maltrattamenti ai danni della convivente, è finito in manette dopo aver violato la misura dell’allontanamento dalla casa familiare rischiando ora una nuova condanna a nove mesi di reclusione, dopo avere minacciato la donna di sfregiarla con l’acido, di tagliarle la faccia con un coltello e di dare fuoco all’appartamento dove vive con la sua bambina. Trentasei anni, residente a Pontecagnano, per anni avrebbe picchiato selvaggiamente la compagna costretta più volte a recarsi al pronto soccorso per lesioni.
Le violenze risalgono al periodo compreso tra il maggio 2017 e il gennaio dello scorso anno e si inserisce nell’ambito di una convivenza drammatica: l’uomo, alcolizzato e tossicodipendente, avrebbe per anni picchiato la donna, colpendola con calci e pugni e minacciandola di morte. Violenze che si sarebbero consumate sempre davanti alla bambina. L’arresto, come ricorda Il Mattino, era scattato in seguito alle denunce presentate ai carabinieri dalla donna che, a Natale scorso, fu costretta a barricarsi con la bambina in una stanza dell’appartamento poiché l’uomo, nonostante la misura dell’allontanamento dalla casa familiare, si era ripresentato nell’appartamento della convivente minacciando di dare fuoco alla casa con la donna dentro. L’imputato, infatti, essendo in possesso di un duplicato della chiave, più volte e fino a quando l’ex non ha cambiato la serratura, si era introdotto in casa arrivando persino a buttare in strada gli indumenti della donna per costringerla ad andare via. Ieri, davanti al giudice, l’uomo ha respinto ogni accusa affermando di non aver mai picchiato la compagna. Oggi è attesa la sentenza.
Articolo pubblicato il giorno 24 Gennaio 2019 - 10:38