“Volevo controllare la capienza della capsula perche’ interessato al programma di ibernazione”: si e’ giustificato cosi’ il visitatore che ieri mattina e’ rimasto incastrato nel Dewar KA-2, la capsula per la crioconservazione russa esposta alla mostra Real Bodies di Milano, nella sezione ‘Immortalita”. L’uomo, un torinese di 55 anni, si e’ sporto all’interno della macchina con la testa e parte del busto, scivolandovi dentro accidentalmente fino alle ginocchia e lasciando all’esterno solamente le estremita’ delle gambe. La moglie del visitatore, di corporatura piuttosto robusta e che ha avuto una crisi di panico ma non ha riportato nessuna conseguenza, ha chiesto subito aiuto – racconta lo staff di Venice Exhibition, societa’ che produce la rassegna -. Per questo motivo si e’ intervenuti subito, prima ancora di chiamare i soccorsi, e al terzo tentativo l’uomo e’ stato liberato dalla capsula, oggi transennata perche’ non si verifichino nuovamente simili episodi. Calmatosi dopo la brutta esperienza, l’uomo ha raccontato di aver voluto controllare personalmente la capienza della capsula perche’ interessato ad aderire ad un programma di crioconservazione. La capsula, esposta in anteprima europea a Real Bodies e’ un dispositivo lungo oltre 4 metri che permette l’ ibernazione controllata fino a -196 ed e’ stata progettata nel 2006 per essere la ‘dimora eterna’ della moglie, malata terminale di cancro, di un miliardario russo che aveva aderito al programma di crioconservazione per poter tenere vicino a se’ la compagna dopo la sua morte.
Articolo pubblicato il giorno 3 Gennaio 2019 - 17:09