Poche parole per mettere in chiaro ambizioni importanti. Krzysztof Piatek si conferma tutt’altro che un chiacchierone nella prima conferenza stampa da calciatore del Milan. “Sono nato pronto, faro’ di tutto per portare il Milan in Champions, lottero'”, chiarisce in inglese il polacco, che preferisce “lasciare parlare il campo”, dove finora ha impressionato con la maglia del Genoa. E non si scioglie nemmeno quando gli suggeriscono di parlare nella sua lingua per inviare un messaggio ai tifosi. “E’ una grandissima gioia giocare per il Milan, faro’ del mio meglio per segnare”, la promessa (tradotta da una giornalista polacca) del 23enne, destinato a debuttare contro il Napoli del connazionale Milik, sabato in campionato o martedi’ in coppa Italia. A San Siro sabato sera si attendono oltre 60mila spettatori: eliminate le restrizioni alla vendita dei biglietti, e’ stato aperto anche il terzo anello per la sfida, che cade a un mese esatto dall’Inter-Napoli segnato dalla guerriglia fuori dallo stadio e dai buu razzisti a Kalidou Koulibaly. Se Rino Gattuso lo lancera’ in campo subito, gli occhi saranno tutti sul nuovo numero 19 rossonero che confessa di “sognare il Milan sin da piccolo” e di “giocare in Champions”. Poi spiega che gli piace esultare come un pistolero perche’ “quando segno sparo, mi viene spontaneo”, e offre un assist a Patrick Cutrone, assicurando di gradire anche una seconda punta al suo fianco. I dubbi sul numero di maglia li chiarisce invece Leonardo. ‘Kris’, come lo chiamano a Milanello, “ha chiesto il 9 e abbiamo deciso noi: pensiamo che in questo momento il 9 va conquistato, non c’e’ niente di scaramantico” spiega il dg, escludendo che la soluzione sia legata ai flop dei centravanti rossoneri del post Inzaghi. Da ultimo Gonzalo Higuain. “Non c’e’ tanto da dire, Higuain ha fatto le sue scelte e non c’e’ piu’. Al Milan sta chi ha voglia: ci sara’ da costruire qualcosa in un modo lento e non facile. Serve coinvolgimento totale” taglia corto Leonardo, al fianco di Piatek assieme a Paolo Maldini e all’ad Ivan Gazidis, per la prima volta alla presentazione di un nuovo acquisto. Non e’ escluso un altro colpo, come Carrasco. Intanto l’avvicendamento fra il 31enne in prestito e un 23enne acquistato per 35 milioni di euro piu’ bonus sintetizza la filosofia del fondo Elliott, che punta nel breve periodo al ritorno in Champions e nel lungo a riportare il Milan al top. “Fra quanto? Non lo sappiamo, ci vorra’ il tempo che ci vorra'”, ammette Gazidis che manda un messaggio di fiducia alla Serie A (“Si rigenerera’, sono ottimista, altrimenti non avrei lasciato l’Inghilterra”) e un altro diretto alla Uefa. “Deve esserci un percorso per un club come il nostro che vuole tornare sul giusto cammino – nota l’ex manager dell’Arsenal -. Rispettiamo i parametri del fair play finanziario: ci siamo appellati a una sentenza, finche’ non conosciamo il risultato del ricorso non sappiamo quali saranno le conseguenze. In questo momento la Uefa non deve benedire tutto quello che facciamo ma il club deve tornare a un modello finanziario sostenibile”. Asset chiave e’ lo stadio, un tema in sospeso. “Stiamo ancora guardando le alternative – dice Gazidis -. La forza della nostra proprieta’ ci consente di poter fare cose eccitanti: puo’ essere rinnovare San Siro o costruire nuovo stadio, non sappiamo ancora ma stiamo lavorando in maniera molto collaborativa con l’Inter”.
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