ÂÂOramai è chiara la strategia messa in atto da tempo dalla societàindiana Jindal, proprietaria della multinazionale Treofan di Battipaglia. Ovvero, dar vita a politiche aziendali finalizzate a giustificare lâÂÂinevitabile chiusura dello stabilimento di Battipaglia, con la perdita dei posti di lavoro per oltre 80 persone. NellâÂÂultimo tavolo al Mise, tenutosi questa mattina, il colosso indiano non solo non si è presentato senza alcun piano industriale, ma non ha neppure spiegato le ragioni di unâÂÂingiustificabile operazione che ha comportato la dismissione di ordini e commesse. Né sono state prese in alcuna considerazione le raccomandazioni del nostro ministero a riattivare lâÂÂimpianto di Battipaglia. In totale controtendenza, lâÂÂamministratore delegato si è limitato a tessere le lodi della Jindal Bridisi, parlandone in termini di realtàmodello, sebbene vanti un debito di oltre 86 milioni di euroâÂÂ. Eâ quanto denunciano la deputata del Movimento 5 Stelle Anna Bilotti e il consigliere regionale M5S Michele Cammarano.
âÂÂTutto ora è rinviato allâÂÂappuntamento di giovedì 24 gennaio, quando la Jindal saràchiamata a presentare un piano industriale che auspichiamo non sia lâÂÂennesimo bluff, ma che, con il sostegno del ministero, possa garantire un futuro a una realtàproduttiva storica e importante per il tessuto produttivo del territorio e dia garanzie occupazionali ai lavoratoriâÂÂ.
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