“Neppure un euro per il San Giovanni Bosco, centinaia di milioni da investire in nuovi ospedali che non vedranno mai la luce e oltre cinque milioni di soldi pubblici in dono a quattro strutture private religiose. Un caso, quest’ultimo, che non ha precedenti. Non un intervento pianificato per nosocomi strategici che cadono a pezzi, assediati da formiche, con pioggia in corsia, infiltrazioni nelle sale operatorie, oggetto di sistematici episodi di soffitti che crollano, reparti chiusi perché pericolanti, strumentazioni obsolescenti. Questa è la visione di De Luca della sanità in Campania, messa nero su bianco nel nuovo piano di edilizia ospedaliera. Una pioggia di milioni per opere fantasmagoriche, con costi lievitati per pagare consulenze e archistar, tra l’altro del tutto inutili in quanto andrebbero a raddoppiare strutture preesistenti come il Ruggi di Salerno, che costerà 400 milioni, o il San Paolo di Fuorigrotta, la cui spesa prevista è di 91 milioni. Progetti su carta che si tramuteranno in eterni cantieri, buoni solo per la campagna elettorale di De Luca, a fronte di strutture fatiscenti, dove da anni non viene effettuata la manutenzione ordinaria, con l’inevitabile chiusura di interi reparti”. E’ quanto denuncia la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Valeria Ciarambino.
“Gli unici interventi previsti per la Asl Napoli 1, la più grande d’Europa, le cui strutture non hanno neppure la certificazione antincendio, riguardano la costruzione di un nuovo ospedale a Fuorigrotta, doppione del San Paolo, e un nuovo blocco tecnologico all’ospedale Incurabili. Stiamo ancora aspettando – prosegue Ciarambino – che il governatore ci spieghi per quale ragione ha speso meno di un terzo del miliardo e 700 milioni delle prime due fasi del programma straordinario di edilizia ospedaliera. Soldi che si sarebbero potuti investire, tra l’altro, per ammodernare proprio ospedali come il San Giovanni Bosco, che dal 1978, anno della sua inaugurazione, non è mai stato oggetto di interventi infrastrutturali. Ed è ridicola la strategia di De Luca di scaricare la responsabilità sul ministero, pur consapevole che se il piano ospedaliero è stato approvato a dicembre è perché i precedenti piani erano ridicoli e per nulla coerenti con gli standard di legge, per questo puntualmente bocciati. L’incapacità di questo amministratore comporterà ora la chiusura di molti reparti del nosocomio della Doganella. Come sempre avviene negli ultimi anni, a pagare le scelte scellerate di chi governa la nostra regione, fin dagli anni di Bassolino governatore, senza voler affatto trascurare la fallimentare era Caldoro, restano i cittadini della Campania”.
Articolo pubblicato il giorno 16 Gennaio 2019 - 16:23