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La pizza, un tesoro tutto italiano tra modernità e tradizione

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La pizza è uno dei simboli del Made in Italy nel mondo. E non potrebbe essere altrimenti, con secoli di tradizione alla spalle esportati in tutto il mondo. Una specialità tutta italiana che si traduce in uno dei settori produttivi più importanti: secondo la Coldiretti, la pizza da sola smuove un giro d’affari di oltre 15 miliardi di euro, con 127 mila pizzerie aperte in tutta Italia. Il tutto si traduce nella cifra esorbitante di 5 milioni di pizza sfornate al giorno, 200.000 posti di lavoro fra fissi e part time nei weekend. Un business che ci “copiano” in tutto il mondo, se è vero che i maggiori consumatori di pizza sono nientemeno che gli statunitensi, 13 kg a testa, contro i nostri “soli” 7,6 (che ci mettono comunque al primo posto in Europa).

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 Ma a prescindere dai numeri, la vera capitale della pizza, si sa, è Napoli. Il capoluogo campano ospita da solo oltre il 16% delle pizzerie italiane, e possiede davvero un tesoro inestimabile: quello della tradizione culinaria del piatto più famoso del nostro Paese. Una tradizione lunga quasi 3 secoli, che però ha saputo innovarsi mantenendo intatto lo spirito originario. Sono sempre di più, infatti, le pizzerie che propongono pizze gourmet, con ricette originali e ingredienti di prima qualità, a volte persino avvalendosi della collaborazione di chef famosi.

 Una tradizione che spesso è anche familiare, come nel caso della famiglia Salvo, proprietari di una delle pizzerie più famose di Napoli. Stiamo parlando in particolare di Francesco e Salvatore Salvo. I due fratelli hanno lavorato per anni assieme al padre, nella prima pizzeria Salvo a San Giorgio a Cremano. E’ qui che hanno imparato l’arte della pizza tradizionale, per poi decidere, nel 2005, di provare una nuova strada, ancora poco battuta e originale: quella di una pizza fatta con ingredienti di prima scelta. Una caratteristica che si nota già dall’impasto lievitato 24 ore, prodotto con farine sceltissime di uno dei mulini più antichi della capitale partenopea. Ma la qualità passa anche attraverso gli oli (ben 15 diversi, da adattare ai diversi gusti e tipi di pizza) e dai latticini, rigorosamente a chilometro zero.

Ma la particolarità della scelta dei fratelli Salvo non si ferma alle pizze, ma si estende anche alla friggitoria. Anche qui, qualità al primo posto: ed è così che nascono degli stuzzichini straordinari, come le frittatine di pasta e patate, il classico baccalà fritto o degli arancini “napoletani” (con sugo di San Marzano DOP, mozzarella di bufala affumicata e prosciutto cotto).

Da queste premesse, non poteva che nascere un grande successo, che ha visto anche l’apertura di un nuovo locale nel centro di Napoli, a Riviera di Chiaia. Un successo coltivato con la passione per un’arte ormai forse inflazionata, e con tanta voglia di rinnovare (senza stravolgere) la tradizione, che ha riscosso l’apprezzamento del pubblico.

Insomma, la pizza è tradizione, è vero, ma sono sempre di più i giovani pizzaioli che, spinti dalla passione, hanno il coraggio di innovare e di portare qualcosa di nuovo. E noi non possiamo che esserne contenti.


Articolo pubblicato il giorno 25 Gennaio 2019 - 12:28 / di Cronache della Campania

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