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‘La maledizione dell’acciaio’ di Oreste Ciccariello, da un’idea di Gigi&Ross, al Cricolo Ilva di Bagnoli

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“La maledizione dell’acciaio” (Rogiosi editore), scritto da Oreste Ciccariello, da un’idea di Gigi&Ross, impreziosito dalla prefazione del magistrato Catello Maresca, arriva al Circolo Ilva, mercoledì 23 gennaio, alle 19.00. La storia raccontata da Oreste Ciccariello arriva nella sua casa perché è una storia dedicata a una delle pagine più belle, rivoluzionarie e dolorose della storia di Napoli: Bagnoli e l’Italsider. Quel quartiere straordinario che negli anni ’30 era meta ambita del turismo d’élite e che oggi, dopo tanti plastici mostrati e mai diventati esecutivi, è sovrastato dalla presenza ingombrante e sterminata dell’Italsider. Qualche ciminiera saltata verso la fine degli anni ’90 era parsa preludio di una rinascita concreta. Il mostro d’acciaio è ancora là. Portatore di morte e deturpatore di un panorama e di un quartiere, di cui si continua ad auspicare la meritata rinascita e la dovuta bonifica.
“Un mondo migliore è auspicabile e può diventare reale solo con l’impegno quotidiano di ognuno di noi – dichiara l’editore Rosario Bianco -. Pubblicare libri come ‘La maledizione dell’acciaio’ vuol dire riportare l’attenzione su questioni che vivono di onde mediatiche alte e improvvisi silenzi. Intanto, il tempo passa e nulla cambia. La speranza è che davvero tutto quanto mostrato e raccontato su Bagnoli e Italsider riesca a diventare realtà. Sarebbe una fantastica storia a lieto fine, dopo tanta sofferenza”.
“Mio padre mi ha insegnato, fin da quando ero bambino, a puntare un obiettivo preciso e cercare poi di raggiungerlo in tutti i modi: tutto quello che sono riuscito a fare fino a questo momento nel mio percorso professionale è frutto di questo insegnamento, della mia voglia di lottare, di non arrendermi, stimolata dalla capacità di crederci. Questa è la speranza che resta alla nostra gente, troppo spesso rassegnata a un destino che non può essere ineluttabile. Perché fermarsi, non combattere per ciò che si ama e in cui si crede non è l’atteggiamento giusto – scrive nella prefazione il magistrato Catello Maresca –. […] Bagnoli, terra di mare e di sole, deturpata da chi non ha saputo – o voluto – coglierne fino in fondo la bellezza e l’armonia, e poi dimenticata, abbandonata a se stessa e alla tristezza di ricordi che parlano il linguaggio della sofferenza”.
“Nella pagine della ‘Maledizione dell’acciaio’ il lettore trova una bella storia di resistenza, di forza di volontà – racconta l’autore Oreste Ciccariello –. La volontà di non arrendersi davanti agli ostacoli. La maledizione che si trova nel titolo diventa, in fondo, una benedizione, perché alcune battaglie vanno combattute solo se hai le armi per intraprenderle e questo è vero. Ma se le armi non le hai in partenza, la forza di volontà ti aiuterà a trovarle. Il protagonista del romanzo, Massimo Mancini, è un supereroe, che, come tutti i supereroi della Marvel ha nome e cognome con le stesse iniziali, e combatte contro l’ecomostro Italsider per amore nei confronti del suo territorio ma anche perché influisce sulla sua vita portandogli via pezzi di amore e di cuore”.

“Il libro avrebbe dovuto chiamarsi ‘Fino alla fine’, perché tra le righe delle sue pagine c’è tanta forza e tanta resistenza – racconta Ross –. Gigi e io stavamo lavorando alla sceneggiatura di questo lavoro e proprio in quel periodo c’è stato l’incontro con Oreste Ciccariello che ci ha proposto di farne un romanzo. Abbiamo accettato subito e così nasce ‘La maledizione dell’acciaio’, un libro che trova la sua anima della verità e nelle battaglie senza resa, perché se una cosa è più forte di te può sconfiggerti ma vale la pena lottare fino alla fine, senza fermarsi davanti agli ostacoli e senza darla subito vinta all’avversario”.
“Una delle primissime domande che è stata fatta a me e Ross su questo lavoro è perché noi due, coppia che arriva al pubblico e alla stampa per la sua comicità, decide di dedicarsi a un progetto così delicato e così impegnativo – racconta Gigi –. Credo che fondamentalmente far ridere voglia dire toccare delle corde molto intime. E questo richiede una certa sensibilità. La stessa che ti consente di guardare le cose con uno sguardo più profondo e che ti dà il coraggio di non voltarti dall’altra parte. Proprio come fa Massimo, il protagonista di questa storia. Una storia che ha in sé tanti sentimenti. Rabbia, coraggio, tristezza, malumore, gioia, determinazione. Elementi che, spesso, ti danno la forza di salire sul palco e affrontare il pubblico”.
Il libro racconta l’eterna lotta contro il male, contro il buio, contro l’arido è troppo spesso ad armi impari quando sei solo un pizzico di bene, una fioca lucina, un piccolo angolo di mare. Se il male, il buio e l’inferno vengono confinati all’interno di un enorme ecomostro d’acciaio e tu sei solo un piccolo uomo, la battaglia è già persa in partenza. Anche se resti inerme, però, non sopravvivi… il mostro ha troppa fame. Quindi vale la pena combattere. Così fa Massimo Mancini quando decide di affrontare l’Italsider, l’avvelenato mostro di acciaio di Bagnoli che gli ha portato via il padre. Lo fa con le armi dell’uomo comune, studiando per laurearsi ed entrare nella commissione di bonifica dell’Italsider. Ma è proprio entrando nelle viscere del mostro che Massimo scoprirà segreti, complotti che mai avrebbe potuto immaginare. E poi la maledizione che gli cambierà la vita: l’acciaio avvelenato che gli entrerà fino a dentro facendolo sentire mai così vivo ma irrimediabilmente morto. La maledizione che gli darà, forse, la forza per combattere finalmente ad armi pari contro il mostro di acciaio che intanto ha generato tanti altri mostri fatti di carne e ossa. In un susseguirsi di rivelazioni, colpi di scena, amicizie rovinate e amori mai finiti, e nella cornice di una straordinaria e maledetta Bagnoli, finalmente Massimo accenderà una luce accecante nel buio e sarà il mare che inonderà la terra arida, vincendo una battaglia di una guerra purtroppo ancora molto lunga, perché da qualche parte un altro mostro sta già oscurando ogni debole fonte di luce.

 


Articolo pubblicato il giorno 14 Gennaio 2019 - 17:01

Regina Ada Scarico

Regina Ada Scarico, ha lavorato per oltre 15 anni nel mondo del teatro e dello spettacolo in generale e ha avuto esperienze molto lunghe in qualità di amministratrice e coordinatrice di compagnia in spettacoli complessi, con numerosi attori e personale. Ha curato, sempre nell’ambito delle compagnie teatrali e anche nell’ambito più generale dell’organizzazione di eventi, sia i rapporti con Enti e soggetti terzi sia quelli con la stampa e il mondo dei mass media, avendo gestito più volte in piena autonomia l’ufficio stampa in occasione di spettacoli, rassegne, mostre ed eventi

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Regina Ada Scarico

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