Si terranno venerdi’ prossimo gli interrogatori di garanzia dei fratelli gemelli Antonio e Nicola Diana e dello zio Armando, imprenditori di Casapesenna arrestati ieri dalla Squadra Mobile di Caserta perche’ ritenuti vicini al clan guidato da Michele Zagaria. I tre indagati, noti in questi anni come imprenditori antimafia, dovranno difendersi da una grave accusa, quella di concorso esterno in associazione camorristica, per aver – sostengono gli inquirenti della Dda di Napoli – stretto un patto criminale, gia’ negli anni ’90, prima con il boss Vincenzo Zagaria, poi con Michele Zagaria, con lo scopo di assicurarsi la protezione del clan e crescere cosi’ imprenditorialmente; la stessa azienda di riciclo della plastica ubicata a Gricignano, secondo quanto emerso, sarebbe stata acquistata dai Diana al Tribunale Fallimentare di Bologna grazie all’interessamento dei Casalesi. In cambio – ipotizza la Dda – i Diana avrebbero cambiato piu’ volte gli assegni del clan, provenienti da imprenditori sotto estorsione, versando inoltre nelle casse della cosca cospicue somme di denaro.
Articolo pubblicato il giorno 16 Gennaio 2019 - 17:18