Dalla Rete

I controlli automatici che ogni operatore di gioco online deve garantire secondo la legge italiana

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Il gioco d’azzardo digitale sta crescendo di anno in anno a ritmi molto veloci. Se consideriamo il solo caso italiano la crescita è stata quasi del 60% dal 2015, la raccolta del 2017 ha superato i 25 miliardi di euro e il settore rappresenta ormai più del 20% dell’intero mercato.

A queste cifre imponenti corrisponde un incalcolabile numero di transazioni, depositi e prelievi, passaggi nei quali possono celarsi svariati tentativi di frode ai danni dello Stato. Su questo punto vale la pena di fare una premessa: non possono avvenire frodi ai danni dei giocatori da parte degli operatori di gioco, se questi hanno ricevuto la licenza da parte dell’ente regolatore.

La stringente e severa regolamentazione da parte di Agenzie Dogane e Monopoli (ADM ex AAMS) prevede che vi sia una certificazione delle giocate da parte di SOGEI, azienda interna al Ministero dell’Economia e delle Finanze che passa al vaglia ogni giocata e, eventualmente, valuta ogni ricorso da parte dei giocatori.

  • Frodi nel gioco d’azzardo in Italia

I giochi d’azzardo online ben si prestano alle pratica fraudolente, alcuni più di altri come ad esempio i cosidetti skill games, giochi di carte come briscola o poker, giochi dove al tavolo siedono pochi astanti ed è facile indirizzare l’andamento della partita (se ci si è messi preventivamente d’accordo).

Facciamo conto che due giocatori complici si sfidino in una partita uno contro uno depositando 10 euro a testa, formando un piatto da 20 euro al quale ne vanno sottratti 2 (supponendo una commissione di gioco del 10%). In pratica i due giocatori possono riciclare una certa somma di denaro “pagando” la commissione stabilita dall’operatore.

Un’operazione che su queste somme è praticamente impossibile da intercettare, gli indicatori che possono essere d’aiuto sono la frequenza di gioco di questi account, partite con cifre particolarmente alte, la ricorrenza di particolari giorni in cui si svolgono questa sorta di appuntamento.

Questo fenomeno viene chiamato in gergo tecnico ‘chip dumping’ ovvero scarico delle fiches, visto che uno dei due giocatori finisce per “regalare” i propri gettoni all’altro a prescindere dalla sorte del gioco.

Un altro tipo di frode esistente sin dagli esordi digitali del gioco d’azzardo: il multi-accounting. In pratica il giocatore tenta di riuscire a creare più account riconducibili alla sua persona, con lo stesso operatore, per sedere allo stesso tavolo di gioco occupando più sedie. Si tratta di quelle truffe che aumentano di sofisticatezza insieme al progresso tecnologico. Oggi è semplicissimo individuare l’indirizzo IP di un account, e sapere se altri si sono già iscritti da quell’indirizzo, ma esistono anche dei software che permettono di celare il proprio IP.

  • Cosa devono automatizzare gli operatori di gioco a distanza italiani?

Per governare al meglio un mercato così ampio l’Italia ha recepito alla lettera le direttive antiriciclaggio stabilite dall’Unione Europea e può vantare, in questo specifico caso della sua giurisprudenza, una legge moderna ed efficace.

La IV direttiva antiriciclaggio fu emanata dall’UE nel 2015, l’emiciclo di Strasburgo lavoro con una certa velocità sotto il peso degli attentati dei primi mesi di quell’anno che, secondo le indagini, potevano esser state finanziate anche attraverso lo spostamento di denaro sui conti del gioco d’azzardo online, nelle modalità che abbiamo illustrato prima.

Con la V direttiva antiriciclaggio, pubblicata nel 2018, si portano poche novità alla norma, prevalentemente un’estensione di validità anche su altri ambiti di applicazione. Entrambe le direttive si concentrano sui controlli che devono essere effettuati e automatizzati dagli operatori di gioco a distanza e sulla libera circolazione dei dati riscontrati dagli organi di controllo, per un atteggiamento più utile e comunitario di lotta al problema.

  • Decreto Legge n. 90 del 25 maggio 2017

Con il Decreto Legge n. 90 del 25 maggio 2017 la giurisprudenza italiana recepisce entrambe le direttive antiriciclaggio dell’Unione Europea e va a modificare il Decreto Legge n. 231 del 21 novembre 2007. Si tratta di modifiche che riprendono il focus su quali tipo di controlli debbano provvedere ad automatizzare i fornitori dei giochi.

In particolare riferimento al gioco d’azzardo sul web si stabilisce che vadano posti al vaglio:

lo stato dei conti di gioco ed in particolare quelli sospesi e quelli sui quali vi siano movimentazioni rilevanti;

  • i conti di gioco caratterizzati da una concentrazione anomala di vincite o perdite in un arco temporale limitato, specie se verificatesi su giochi in cui c’è interazione tra giocatori;
  • la tipologia degli strumenti di ricarica utilizzati;
  • la frequenza e le fasce orarie delle transazioni di ricarica del conto di gioco;
  • l’individuazione di anomalie nell’utilizzo del conto di gioco per come desumibili dal rapporto tra depositi e prelievi.

In merito, invece, al controllo dell’identità reale dietro gli account di gioco si stabilisce di:

  • procedere all’identificazione e alla verifica dell’identità di ogni cliente non solo in apertura di conto di gioco ma anche al momento di eventuali modifiche (come ai sensi dell’articolo 24 della legge 7 luglio 2009, n. 88);
  • consentire operazioni di ricarica dei conti di gioco solo a chi ne detiene la titolarità e in possesso di un mezzo di pagamento idonei a garantire la piena tracciabilità dei flussi finanziari connessi alle operazioni di gioco;
  • acquisire e conservare, per un periodo di dieci anni dalla relativa acquisizione, nel pieno rispetto delle norme dettate dal codice in materia di protezione dei dati personali.

 

 

 

 

 

 

 


Articolo pubblicato il giorno 14 Gennaio 2019 - 16:34
Redazione

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