Umberto Bossi presenta il ricorso in ritardo e la Cassazione (sentenza 3261 di oggi) conferma il sequestro preventivo (finalizzato alla confisca per equivalente) fino alla somma monstre di 40mln di euro disposto dal Tribunale di Genova. L’ex leader della Lega Nord, rieletto senatore il 4 marzo scorso, e’ imputato – ed e’ stato condannato in primo grado – per concorso in truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, reato aggravato dai motivi futili e dal grave danno cagionato, per le condotte tenute nell’agosto 2010 e 2011. Restano dunque ferme le disposizioni del Tribunale che aveva salvato ‘i quattro quinti del vitalizio percepito quale ex appartenente al Parlamento Europeo e per l’intero l’indennita’ percepita quale membro del Parlamento italiano’; ma aveva anche disposto l’estensione del sequestro alle somme pervenute in futuro nei conti correnti, aperti presso la filiale del Banco di Napoli del Parlamento e Ubi Banca di Besozzo, e comunque ‘da eseguire su tutti i beni ricaduti nella sfera degli interessi economici del reo, ancorche’ il potere dispositivo su di essi venga esercitato per il tramite di terzi’. Il senatur invece chiedeva il dissequestro dei conti in quanto provento di indennita’ mensile e diaria parlamentare.
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