Napoli. E’un botta e risposta quello tra il Sappe, il sindacato della polizia penitenziaria, e il Ministero di Grazia e Giustizia a proposito del film girato all’esterno del carcere di Poggioreale con un ex detenuto protagonista. Il ministero di via Arenula replica al segretario generale del Sappe Donato Capece, circa l’autorizzazione alle riprese del docufilm nel carcere di Poggioreale: “Il ministero si occupa della giustizia italiana, non di casting per film o documentari” scrive su Gnewsonline, sito di informazione del dicastero il via Arenula. E poi spiega la genesi dell’autorizzazione rilasciata alla società che sta girando il film. “In data 4 gennaio 2019 – precisa il ministero della Giustizia – è stato inviato alla direzione della casa circondariale di Napoli Poggioreale il nulla osta per la richiesta avanzata dalla società ‘Archimede Srl’ di poter effettuare riprese per una scena del film ‘Nevia’. La scena autorizzata è ‘ambientata in esterno, prevede la presenza di una fila di persone intente ad accedere all’interno della struttura per visitare i propri cari e prevede l’accesso della protagonista e di alcune figurazioni all’interno dell’androne’, così come si legge nella richiesta della società di produzione. Con il nulla osta alle riprese veniva autorizzato anche il sopralluogo preventivo e null’altro. La scena risulta essere effettivamente stata girata sabato 5, appositamente in un giorno prefestivo, meno impegnativo per il personale poiché a Poggioreale il sabato non è programmato lo svolgimento dei colloqui”. “Prima di rilasciare l’autorizzazione alle riprese cinematografiche – continua la nota – vengono da sempre richieste alla casa di produzione, e vagliate attentamente, copia della sinossi e della sceneggiatura del film, con particolare riguardo alle scene da ambientarsi all’interno dell’istituto penitenziario. Tuttavia, il ministero della Giustizia, in nessuna delle sue articolazioni, ha o può avere competenza nella scelta degli attori dei film che vengono girati in carcere, né ha mai chiesto documentazione sul casting degli interpreti perchè si tratterebbe di un’indebita ingerenza. Sugli attori, così come nei confronti di ogni persona che entri in un istituto penitenziario, vengono soltanto effettuati gli ordinari controlli nel cosiddetto Sistema d’indagine (Sdi). Dal nuovo insediamento, questo ministero non si è mai sottratto a eventuali critiche. Ma queste devono essere sensate e non fini a se stesse, giusto per nutrire la vis polemica di certuni”.
Articolo pubblicato il giorno 8 Gennaio 2019 - 21:27