Foto archivio
“Rigetto qualsiasi baciamano che non sia dettato dall’amore” ma “non me la sento di unirmi al coro degli indignati verso coloro che hanno accolto esultanti il ministro dell’Interno ad Afragola”. Lo scrive don Maurizio Patriciello, il prete della ‘Terra dei fuochi’, commentando su Avvenire l’episodio in cui un uomo ha baciato la mano al ministro Matteo Salvini durante la visita in Campania. “Non vorrei sbagliarmi ma credo che sia la prima volta – sottolinea il sacerdote che conduce tante battaglie per la legalita’ – che un ministro dell’Interno mette piede ad Afragola, questo e’ un fatto e i fatti sono piu’ duri delle pietre”. E allora c’e’ gente che ha visto nel ministro “il ‘liberatore’. Avete letto bene – sottolinea don Patriciello -, ho scritto proprio ‘liberatore’, colui cioe’ che viene a liberarti dalla paura delle bombe, da questa maledetta camorra che non vuole morire”. “In un paese dove lo Stato e’ rimasto assente per tanti anni, dove il clan egemone controllava tutto, dove non si muoveva foglia che il clan non voleva, la visita del ministro dell’Interno e’ piu’ importante di quanto ‘da lontano’ si possa credere. E se tra la folla un uomo qualsiasi sente l’impulso di baciargli la mano – conclude il prete – pur non condividendo il gesto, lo capisco”.
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