Il tribunale di Firenze ha condannato l’amministrazione penitenziaria a risarcire con 675mila euro i familiari di una detenuta morta nel 2014 per overdose nel carcere fiorentino di Sollicciano, quindi mentre era sotto custodia dello Stato. Ne da’ notizia oggi la cronaca fiorentina de La Repubblica. Pur riconoscendo “il comportamento colposo della vittima per aver volontariamente assunto la sostanza stupefacente – scrive nella sentenza il giudice Massimo Donnarumma – puo’ ritenersi accertato come vi sia stata una condotta di tipo omissivo” da parte del carcere di Sollicciano per non aver controllato lo spaccio all’interno del penitenziario. Per il giudice, infatti, gia’ mesi prima della morte della detenuta era nota all’amministrazione del carcere “la capillare e diffusa circolazione di sostanze stupefacenti all’interno del carcere di Sollicciano e nel reparto femminile”. E a seguito delle “plurime segnalazioni” e dei “segnali d’allarme” i vertici del carcere avevano adottato provvedimenti che per il tribunale sono stati pero’ “del tutto inadeguati rispetto al fenomeno di capillare e continua circolazione della droga”. Interventi risolutivi, sottolinea il giudice, sono stati messi in atto soltanto dopo la morte della donna. La sentenza descrive anche come avveniva lo spaccio all’interno della sezione femminile.
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