Salerno. Colpo di scena al processo sui presunti abusi ai danni dei bambini della Scuola d’infanzia di Coperchia: in quattro mesi di intercettazione ambientale, non è emersa alcuna conferma documentale che possa confermare le accuse. I bambini erano ritenuti, dalla Procura, vittime di un giro di pedofilia da parte di sei persone tra bidelli e personale amministrativo in servizio all’asilo fino nel 2010. Ieri, davanti ai giudici della seconda sezione penale del tribunale di Salerno, come riporta Il Mattino, è stato ascoltato il maresciallo della stazione di Coperchia José Santo Aliano che ha coordinato le indagini culminate nel 2010 con l’arresto di uno dei bidelli della materna, scarcerato però, dopo soli diciannove giorni dal tribunale del Riesame perché non emersero, a carico dell’imputato, i gravi indizi di colpevolezza di cui era accusato.
Una deposizione fondamentale, quella resa dal militare, che sembra smontare numerosi tasselli dell’impianto accusatorio che, sin da primo momento, si è retto solo sulle dichiarazioni dei minori. Il comandante ha ripercorso la lunga fase investigativa sostenendo che, dalle indagini, in particolare dalla visione dei filmati delle telecamere nascoste all’interno della scuola, non è emerso alcun elemento d’accusa a carico degli imputati. Gli avvocati Gerardo Di Filippo e Cataldo Intrieri hanno poi chiesto e ottenuto l’acquisizione di alcune sentenze scaturite da inchieste giudiziarie che negli anni scorsi hanno fatto finire sotto la lente di ingrandimento della Procura la neuropschiatra infantile Maria Rita Russo, dirigente all’Asl di Salerno del servizio Not, consulente della Procura nell’ambito dell’inchiesta sugli abusi alla materna di Coperchia e in altre numerose indagini inerenti abusi ai danni di minori.
Articolo pubblicato il giorno 15 Gennaio 2019 - 09:10