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Collaboratori scolastici, il Veneto dichiara guerra ai ‘bidelli’ del Sud con titoli falsi: partono verifiche e revoche

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Il Veneto dichiara guerra ai bidelli ‘furbetti’: un centinaio i collaboratori scolastici con contratto a tempo determinato nelle scuole del Veneto sulle quali sono in corso le verifiche per la convalida dei titoli. Il sospetto è che gran parte di essi abbiano presentato, all’atto della domanda per entrare in graduatoria, titoli fasulli o non riconosciuti. In particolare, l’attenzione è puntata sui diplomi conseguiti con punteggi altissimi in scuole paritarie, dislocate nelle province di Caserta, Salerno e Napoli.
Sarebbero rimaste inevase le richieste degli istituti scolastici presso i quali i collaboratori Ata hanno preso servizio dall’inizio dell’anno scolastico non solo in Veneto ma in molte regioni del Nord Italia. Qualora i titoli venissero ritenuti non veritieri, per i soggetti interessati dalle verifiche potrebbe scattare una denuncia per falso e la revoca dell’incarico con revisione del punteggio e la decurtazione. In un istituto comprensivo del Portogruarese, in provincia di Venezia, è già scattato il licenziamento di un bidello campano che ha assunto servizio presentando false dichiarazioni sui titoli. L’iter per la recessione del contratto non è ancora concluso, ma è stata avviata l’istruttoria che ha accertato false dichiarazioni e sulla base delle quali la scuola ha presentato denuncia alla Procura della Repubblica. “La situazione è delicata, abbiamo delle posizioni che non ci paiono regolari e per le quali abbiamo fatto segnalazione alla Procura” ha detto a Il Mattino, Anna Maria Zago, dirigente scolastica che tra titolarità e reggenza è alla guida dell’istituto comprensivo Tito Livio di San Michele al Tagliamento, dell’Isis Leonardo da Vinci e del professionale D’Alessi di Portogruaro.
“Come dirigenti scolastici procediamo con il licenziamento qualora il personale abbia acquisito il posto di lavoro grazie a titoli che non corrispondono al vero”. E nelle scuole di sua competenza, dalle verifiche obbligatorie per legge, sarebbero emerse irregolarità. “Siamo tenuti, è la legge che ce lo impone, al controllo dei titoli che hanno definito il punteggio in graduatoria – spiega la dirigente scolastica – e quando riteniamo ci siano dichiarazioni mendaci precediamo con una denuncia alla Procura. Risaliamo alla scuola che ha rilasciato i diplomi e che ha i registri con i titoli acquisiti dai propri studenti – prosegue la preside – lo stesso vale per le scuole paritarie che, qualora chiudano, devono consegnare i registri ad una scuola statale o all’Ufficio scolastico provinciale”.
Le verifiche camminano di pari passo con l’indagine in corso tra Napoli e Salerno sulle scuole che avrebbero rilasciato i titoli. Eclatante l’incendio degli archivi al provveditorato di Salerno, il 2 dicembre scorso e che secondo gli inquirenti sarebbe stato appiccato per distruggere prove contro le scuole ‘fantasma’ o che hanno ‘sfornato’ per mesi diplomi per centinaia di persone.
Il Veneto è una delle regioni che sta attuando la linea dura contro il personale Ata che è arrivato dal Sud, scavalcando di fatto, centinaia di persone in graduatoria con diplomi e qualifiche alle quali non si trova riscontro. “Il fenomeno dei collaboratori scolastici che balzano in cima alle graduatorie vantando punteggi alti c’è sempre stato, bisogna ammetterlo, solo che ora, per il numero di casi verificatisi e la provenienza da un medesimo bacino territoriale, ha assunto un rilievo mediatico e, dunque, ha attirato l’attenzione. Non a caso le prime denunce alla Procura su titoli sospetti sono partite proprio da scuole venete e in particolare del Veronese” dice Augusta Celada, il nuovo Direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale del Veneto. Il direttore però non conferma la circostanza che un bidello con diploma fasullo sia stato licenziato.
“A noi, ad oggi, non è ancora stato notificato nulla, in ogni caso l’assunzione a tempo determinato del personale Ata, che comprende amministrativi e collaboratori scolastici, e quindi anche il licenziamento, che è previsto in caso di produzione di documenti falsi e, comunque, con mezzi fraudolenti al momento della stipulazione del contratto, è notificato dal dirigente scolastico responsabile della struttura all’ufficio per i procedimenti disciplinari, quindi la questione compete in primis ai dirigenti scolastici”.


Articolo pubblicato il giorno 5 Gennaio 2019 - 09:07

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