Napoli. Chiesti quasi due secoli di carcere per 14 dei diciassette componenti del nuovo vertice del clan Mazzarella di San Giovanni a Teduccio arrestati nel blitz dello scorso febbraio. Nel processo che si sta svolgendo con rito abbreviato ci sono Francesco Mazzarella o’ parente che dopo l’arresto del fratello Roberto nel 2007, reggeva l’organizzazione (per lui chiesti 12 anni di carcere) e anche Salvatore Donadeo detto o’ puzzolente (per lui chiesti 20 anni di carcere). E ci sono anche i due imprenditori Maurizio e Luigi Bonavolta, padre e figlio, saliti alla ribalta della cronaca nei mesi scorsi per gli incendi dolosi ai bar di cui erano stati proprietari (“Shabby Cafè”) in via Pessina e in via Toledo. Per i due, che sono accusati di traffico di droga, sono stati chiesti 12 anni di carcere ciascuno. In nove era stati arrestati il 14 febbario scorso nel corso di un blitz della squadra mobile di Napoli, in quattro (Salvatore Fido, Maurizio Donadeo, Arcangelo Cimminiello e Giuseppe Cozzolino) si erano resi latitanti e sono stati arrestati in questi mesi, ultimo in ordine di tempo Salvatore Fido arrestato il 31 ottobre a Varcaturo. Le indagini che ha portato al loro arresto e quindi alla richiesta di processo sono scaturite dall’omicidio, avvenuto il 26 agosto del 2012, di Di Pede Vincenzo, affiliato al clan Formicola e hanno consentito non solo di individuare gli autori dell’omicidio in Raffaele Russo e Rosario Guadagnuolo , affiliati al clan Mazzarella, già condannati in primo grado, ma anche di dimostrare l’attuale operatività del clan Mazzarella al cui vertice spicca la figura di Francesco Mazzarella, soprannominato ‘o parente che, anche non si è mai esposto in prima persona nelle azioni violente, ha assunto il ruolo di capo indiscusso, in virtù anche dell’investitura che gli deriva dall’appartenenza alla famiglia Mazzarella.
Le investigazioni hanno, inoltre, accertato che l’omicidio Di Pede ha determinato una spaccatura tra il clan Mazzarella e il clan Formicola, un tempo alleati e la nascita di una nuova alleanza tra il clan Formicola e il clan Rinaldi.
Dal mutamento degli assetti criminali sono scaturiti alcuni episodi di violenza avvenuti negli anni 2014 e 2015, consistiti in atti di ritorsione e in reciproci agguati, chiaramente riconducibili alla faida tra i Mazzarella e i Rinaldi/ Formicola, in considerazione delle vittime attinte, dei luoghi in cui si sono verificati e delle modalità operative.
Dalle indagini svolte negli ultimi mesi è emerso, invece, che l’annoso scontro tra i Rinaldi/Formicola e i Mazzarella si è acuito a causa degli arresti eseguiti nel novembre 2017 nei confronti di numerosi esponenti del clan De Micco, operante nel quartiere di Ponticelli, che hanno comportato un mutamento degli assetti criminali e la formazione di nuove alleanze nel tentativo di conquistare un territorio fino a quel momento appannaggio dei De Micco. In tale ottica si spiegherebbero le azioni di fuoco e gli attentati dinamitardi commessi nell’ultimo periodo, consistenti in esplosione di colpi d’arma da fuoco contro le abitazioni di affiliati alle fazioni in lotta.
L’8 dicembre dello scorso anno in via Sorrento sono stati esplosi numerosi colpi d’arma da fuoco contro l’abitazione di Grassia Sergio, personaggio di spicco del clan Rinaldi.
La notte del 22/12/2017 in via Ferrante Imparato è deceduto Perna Antonio, ritenuto affiliato al clan Mazzarella, a seguito della deflagrazione di un ordigno che la stessa vittima stava piazzando insieme alla compagna, rimasta anch’essa ferita, nei pressi dell’abitazione di una famiglia dedita allo spaccio di sostanza stupefacente.
Il 31 dicembre del 2017 da una perquisizione effettuata nell’abitazione di Gitano Luigi, affiliato al clan Mazzarella sono state rinvenute 182 munizioni di vario calibro, un silenziatore ed un impianto di video sorveglianza, oltre che uno sgabello nei pressi della finestra, a dimostrazione che al momento dell’intervento della Volante l’uomo era in compagnia di altre persone poi scappate.
Lo stesso giorno è stato ferito a causa dell’esplosione di colpi d’arma da fuoco un bambino di 12 anni, che si trovava in zona San Giovanni a casa di parenti per festeggiare il Capodanno. Da una prima ricostruzione risulta che ad esplodere i colpi siano stati 4 soggetti, con volto travisato, che avrebbero indirizzato gli stessi all’indirizzo dell’abitazione del citato Grassia Sergio.
Il 14/1/2018 l’abitazione di Donadeo Maurizio, affiliato al clan Mazzarella, è stata oggetto dell’esplosione di colpi d’arma da fuoco.
Episodi che rappresentano la chiara dimostrazione dello scontro in atto nella zona di San Giovanni a Teduccio tra il gruppo dei Mazzarella insieme ai D’Amico da una parte, e, dall’altra i Rinaldi-Reale-Silenzio-Formicola.
LE RICHIESTE DI CONDANNA
DONADEO SALVATORE 20 ANNI
TROISE PASQUALE 18 ANNI
CIMMINIELLO ARCANGELO 15 ANNI
BONAVOLTA LUIGI 12 ANNI
MAZZARELLA FRANCESCO 12 ANNI
BONAVOLTA MARIANO 12 ANNI
COZZOLINO VINCENZO 12 ANNI
GUADAGNUOLO ROSARIO 12 ANNI
NOVIELLO SALVATORE 12 ANNI
COZZOLINO GENNARO 12 ANNI
LIMATOLA GENNARO 12 ANNI
SANTANIELLO VINCENZO 12 ANNI
FUMMO GIANLUCA 12 ANNI
ESPOSITO MARCO 12 ANNI
GITANO LUIGI 12 ANNI
(nella foto da sinistra Franco Mazzarella, Pasquale Troise, Arcangelo Cimminiello, Salvatore Donadeo,Vincenzo Cozzolino Vincenzo Santaniello, Mariano Bonavolta, Luigi Bonavolta)
Articolo pubblicato il giorno 19 Gennaio 2019 - 09:18