“Ci tieni a tuo figlio o no? Allora se ci tieni devi dirci dove hai i soldi e i gioielli”. Con la pistola puntata alla tempia, ha avuto paura quella notte del 20 settembre scorso, quando nel suo appartamento irruppero i finti carabinieri arrestati questa mattina da veri militari dell’Arma. Un racconto drammatico quello del proprietario di una abitazione a Napoli svegliato nel cuore della “per una perquisizione” che in realta’ era una trappola di rapinatori. “Portarono via soldi, Rolex, oro e giurarono che mi avrebbero ucciso”, dice. Sei indagati sono stati incastrati grazie alle intercettazioni ambientali di una ‘cimice’ lasciata dai carabinieri veri in una delle auto individuate dal sistema di videosorveglianza dell’abitazione presa d’assalto. Il 9 ottobre, intercettati, in due dicono di voler fare un nuovo colpo. Antonio Castaldo, tra i sei arrestati, insiste: “Ma tu lo vuoi fare o no questo assalto? “. A rispondergli e’ Maurizio Abbagnaro, altro destinatario di misura cautelare: “Questo possiamo farlo sia come carabinieri che prima che entra”. A dimostrazione, scrive il gip, che i colpi erano programmati fin nei minimi dettagli. Il 18 ottobre il secondo colpo contestato alla banda di specialisti. “Bussarono qualificandosi come carabinieri e poi entrarono in casa in quattro, con un passamontagna e vestiti di scuro – dice nella denuncia la nuova vittima – il soggetto in divisa mi chiamava per nome, mi prendeva in disparte e diceva di dover fare una perquisizione alla ricerca di armi e droga. Non trovarono nulla, chiesero scusa per il disturbo e andarono via. Mi accorsi solo dopo della rapina”. Portarono via anche questa volta Rolex, gioielli, collane, diamanti per circa 10mila euro di bottino. “Spregiudicate e allarmanti condotte con un concretissimo e attuale pericolo di commissione di delitti dello stesso genere”, scrive il gip Luca Della Ragione nelle motivazioni che l’hanno indotta a emettere il provvedimento.
Articolo pubblicato il giorno 23 Gennaio 2019 - 23:08