Omicidio, truffa, peculato, abuso d’ufficio. Sono alcuni dei reati contestati ai dipendenti dell’Hospice “il Giardino dei Girasoli” e dell’unità operativa di medicina legale del distretto 64 di Eboli. In diciassette, nei giorni scorsi, hanno ricevuto l’avviso di conclusione indagini, firmato dal sostituto procuratore presso il Tribunale di Salerno, Elena Guarino. Ad un solo dipendente, un camice bianco, è stato contestato il reato di omicidio.
Si tratta del dottor Alessandro Marra, la cui posizione è la più grave. Il magistrato infatti nella conclusione indagini scrive che il medico “nella sua qualità di medico – chirurgo (esperto di cure palliative), mediante la somministrazione di concentrazioni molte elevate di Midazolam, rientranti tra quelle potenzialmente tossiche, cagionava la morte di Carmine Giannattasio, agendo consapevolmente e deliberatamente in contrasto con le ultime volontà espresse dal paziente e dai suoi familiari che avevano richiesto solo cure palliative atte a fronteggiare il dolore”. Il magistrato sottolinea anche “con l’aggravante di aver commesso il fatto con l’uso di sostanze venefiche in quanto medicinali somministrati in dosi talmente massicce da essere tossiche e letali nonché idonee a provocare il decesso anche a persone non affette da patologia oncologica terminale”. E non a caso il pm Guarino ha presentato ricorso in Cassazione. I giudici della Suprema Corte hanno fissato l’udienza per il mese di marzo e, per quella data, la procura di Salerno ha pronto un nuovo dossier sul medico, predisposto dai carabinieri del Nas di Salerno che hanno proseguito con le indagini. Gli altri indagati per i quali è stata firmata la conclusione delle indagini sono:Giovanni Zotti, Antonio Magrini, Luigi Mastrangelo, Mario Vicidomini, Davide Di Maio, Carmine Iorio, Cosimo Galdi, Gerarda Conte, Loredana De Ruberto, Liliana Moccaldi Sinibaldi Rufolo, Pasqualina Calzaretta, Claudio Schettini, Giuseppe Vailetta, Guglielmo Zottola, Vito Pastena, hanno a disposizione venti giorni di tempo per presentare al magistrato, titolare del fascicolo, una memoria difensiva. Successivamente, sarà formulata la richiesta di rinvio a giudizio al Gup. Alcuni degli indagati hanno anche ricevuto, già a suo tempo, l’interdittiva della sospensione dai pubblici uffici. Era ottobre 2018 quando i carabinieri del Nas eseguirono un’ordinanza nei confronti di 11 dirigenti medici e appartenenti al personale infermieristico in servizio presso l’unità operativa di Medicina del Dolore e Cure Palliative – Hospice “Il giardino dei Girasoli”. Secondo la Procura spesso gli infermieri non si recavano nei giorni previsti oppure non si recavano proprio dai pazienti che dovevano ricevere le cure palliative presso le loro abitazioni. Molti di loro entravano nella sede del distretto sanitario, timbravano con badge ma poi uscivano dall’ufficio per andare a fare commissioni private, salvo rientrare entro la fine del turno. Altri invece, pur essendo in servizio avrebbero raggiunto luoghi non attinenti con il lavoro da svolgere e senza timbrare il cartellino d’uscita.
Articolo pubblicato il giorno 26 Gennaio 2019 - 15:43