In data odierna la Guardia di Finanza di Caserta, su delega della Procura della Repubblica di Macerata, ha ultimato l’esecuzione di un decreto di sequestro preventivo per un valore complessivo di circa 1,3 milioni di euro avente ad oggetto 29 beni immobili già di proprietà della MA.COS. Campania S.r.l., società di costruzioni con sede legale in Civitanova Marche e dichiarata fallita nel 2016, distratti fraudolentemente dal patrimonio societario ad opera di due soggetti di Recale (CE), O. D. di anni 80 e M. A. di anni 56, madre e figlio, rispettivamente rappresentante legale ed amministratore di fatto della società fallita.
Il sequestro preventivo è stato emesso dal G.I.P. del Tribunale di Macerata su richiesta della locale Procura della Repubblica, che ha proposto la misura cautelare reale in esito agli approfondimenti investigativi svolti nell’ambito del fallimento della citata società.
Gli accertamenti esperiti, infatti, consentivano di accertare che, nel corso del 2015, quando la società versava già in una situazione di irreversibile decozione, erano state disposte plurime, rilevanti e anomale vendite immobiliari stipulate a distanza ravvicinata ed a prezzi incongrui, in favore di persone acquirenti per lo più stretti congiunti o comunque vicine agli amministratori.
Al riguardo non era stato neanche possibile riscontrare l’effettivo versamento delle somme indicate nei rogiti da parte dei soggetti acquirenti, atteso che la documentazione contabile della società non veniva più rinvenuta.
La Procura di Macerata ha quindi proceduto nei confronti degli odierni indagati ritenendoli responsabili del delitto di bancarotta fraudolenta patrimoniale, oltre che documentale.
Per i motivi sopra esposti, i Finanzieri della Compagnia di Caserta hanno proceduto al sequestrato di 29 unità immobiliari, tra appartamenti, box auto, cantine e posti auto, tutti ubicati nel Comune di Recale (CE).
Il provvedimento cautelare eseguito dalle Fiamme Gialle rappresenta un chiaro monito a quegli imprenditori che prolungano artificiosamente la vita delle loro imprese, già decotte, al solo fine di svuotarle del patrimonio residuo prima di abbandonarle alla loro sorte giudiziaria, con pregiudizio dei fornitori e degli altri creditori, molto spesso anche dell’Erario, che non riescono più a soddisfarsi, neanche parzialmente. Gustavo Gentile
Articolo pubblicato il giorno 29 Gennaio 2019 - 11:47