“Ho preso Giuseppe e l’ho messo sul divano, poi ho chiamato il 118. Quando tutto è finito ho chiesto se potevo andare via: mi hanno detto di sì e sono tornata qua”. A Valentina Casa, la mamma del bimbo ammazzato di botte dal compagno, viene rimproverato un atteggiamento superficiale prima e dopo la tragedia. Nessuna parola di condanna per l’assassino di suo figlio, come riporta l’inviata de Il Corriere del Mezzogiorno, Titti Beneduce che ha parlato con la donna, un venditore ambulante di origine tunisina che inizialmente mostrava di essere molto affezionato ai tre figli di lei. Valentina viveva a Massa Lubrense con sua madre che si occupava dei piccoli e lei, come le maestre, gli amici, i conoscenti, le avevano più volte suggerito di non trasferirisi, di lasciare che i bimbi finissero la scuola dove l’avevano cominciata. Suggerimenti che in particolar modo tendevano a salvaguardare la stabilità di Giuseppe, un bambino introverso con disturbi del linguaggio. Le maestre erano state chiare: un cambiamento così repentino, drastico, avvrebbe potuto compromettere la sua tranquillità. Ma non c’è stato nulla da fare. Valentina non ha voluto sentire ragioni e si è trasferita a Cardito con i suoi tre figli: Giuseppe di sette anni, morto per la vioenza inaudita di quell’uomo, una bimba con il volto tumefatto per le botte ricevute, ora in ospedale, e un’altra bimba che al momento si trova in una struttura protetta. A Cardito i bambini non volevano andare, volevano restare con la nonna, con i loro amichetti, volvano restare a Massa Lubrense. Il fatto è che Valentina, l’estate scorsa, aveva conosciuto nel mercato di piazza San Francesco, Tony Sessoubti Badre, ventiquattro anni italo marocchino venditore ambulante di indumenti, di sette anni più giovane di lei e a sua volta padre, reduce da un rapporto di coppia fallito recentemente. Aveva perso la testa per lui e aveva deciso di seguirlo con i bambini a Cardito, a qualsiasi costo.
Dopo appena sei giorni, un nuovo cambiamento: dalla scuola di Cardito erano passati a quella di Crispano. E, soprattutto, erano passati dalle cure della nonna a quelle della madre di quell’uomo con a carico gravi problemi, nel recente passato, legati all’abuso di alcol. Quest’altra estranea andava a prenderli a scuola e li faceva mangiare. Probabilmente anche queste novità, subite tutte insieme e non ancora metabolizzate, hanno reso nervosi Giuseppe e le sue sorelle, che domenica scorsa, giocando , hanno rotto le sponde del letto appena comprato, facendo scattare in Tony quello che viene definito un “raptus omicida”, come lui stesso ha raccontato nel corso dell’interrogatorio nel commissariato di Afragola. Dopo l’inaudita tragedia, Valentina Casa è tornata a Massa Lubrense e si è rifugiata a casa di sua madre Anna Vanacore.
La vita di Valentina è stata sicuramente più impegnativa di quella di tante sue coetanee. Lavora regolarmente, ha uno stipendio fisso su cui potere contare anche se non particolarmente alto. Trent’anni e tre figli partoriti quando era poco più di una ragazzina ma seguiti sempre con attenzione, nonostante il dolore scatenato dalla prematura morte del primo e l’assenza del loro papà. Valentina, infatti, come tanti, è figlia di genitori separati. La giovane va ad abitare con la madre e i fratelli a casa di due anziane zie. Terminate le scuole medie, la ragazza per sete di indipendenza ma anche per necessità, decide di non continuare gli studi e si impiega come collaboratrice domestica presso diverse famiglie di Massa e dintorni. Le amicizie non le mancano e, nel tempo libero, non rinuncia all’immancabile passeggiata lungo il corso di Sorrento dove conosce Fabrizio con il quale intrattiene una relazione e Valentina resta incinta ma il bambino, a causa di gravi problemi di salute, muore poche settimane dalla nascita. Poi la coppia ci riprova e viene al mondo Noemi, seguita da Giuseppe ed Erminia. Le responsabilità, tuttavia, aumentano e il rapporto tra Valentina e Fabrizio si deteriora fino alla definitiva separazione. La circostanza non sembra penalizzare i bambini. Giuseppe e Noemi frequentano regolarmente la scuola a poche centinaia di metri dalla casa in via Sirignano dove abitano insieme al resto della famiglia. Spesso ad accompagnarli è proprio Valentina che da tempo ha trovato posto come collaboratrice domestica presso una facoltosa famiglia di Sorrento. Una vita quindi, segnata da sofferenza ma che tutto sommato procede con dignità fino a quando, durante una passeggiata al mercato di Sorrento, incontra il giovane per cui perde la testa.
Valentina non poteva immaginare che quel nuovo amore e le successive scelte, potessero sfociare in una tragedia simile a quella che ha vissuto: la morte di Giuseppe e il ferimento di Noemi per mano dell’uomo che ama. Poteva fermare l’ira di Tony? Poteva proteggere col il suo corpo quello dei figli? In seguito alla tragica vicenda, Valentina ha reagito senza esitazioni barricandosi in via Sirignano dove, ieri pomeriggio, è stata raggiunta dal papà Nicola che si è precipitato stare vicino alla figlia. “Vogliamo solo giustizia – riferisce la madre di Valentina – con la voce rotta dal pianto, perché quel bambino non meritava di morire”.
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