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Cominciato oggi all’aula bunker di Firenze il processo di camorra al clan Terracciano, operativo a Prato negli anni 2000. E’ uno dei processi con piu’ imputati, dove sia contestata l’accusa di 416 bis (associazione mafiosa), celebrati in Toscana. Alla sbarra 52 imputati, rinviati a giudizio grazie a indagini della Dda di Firenze e della guardia di finanza avviate nel 2007 per una articolata serie di episodi criminali. Il clan, in un clima di intimidazione e omerta’ instaurato a Prato e nei territori di pertinenza, avrebbe mirato a controllare a fini di riciclaggio aziende commerciali affidate a prestanome locali e tenute sotto mira da fiancheggiatori, poi sequestrate nel corso dell’inchiesta. Il processo vede 16 imputati per il 416 bis, l’associazione a delinquere di stampo mafioso, anche armata, con reati fine come usura, estorsione, scommesse clandestine, sfruttamento della prostituzione, riciclaggio, locali notturni, ristorazione, commercio, abbigliamento, automobili, societa’ immobiliari. Per gli altri imputati viene contestato il concorso nei reati in cui il clan si era specializzato. Al processo figurano imputati di spicco, tra cui Giacomo Terracciano, 67 anni, e Carlo Terracciano, 70, originari di Pollena Trocchia in provincia di Napoli, considerati i vertici della camorra a Prato; il cassiere e ‘specialista finanziario’ del clan Francesco Lo Ioco, 67, di Nicosia (Enna); Pasquale Ascione, 49, guardia del corpo e personaggio dato in ascesa nel clan, fino alle indagini. I Terracciano imponevano il loro ruolo nella ‘mala’ in Toscana anche esaltando i loro trascorsi nella Nuova Famiglia del clan Cutolo. Prossima udienza l’11 aprile, sempre all’aula bunker di Firenze.
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