Nei giorni è stata riportata dalle pagine della Stampa locale la notizia secondo cui RFI/Rete Ferroviaria Italiana in una propria nota ha precisato che «l’offerta di trasporto sulla linea Napoli – Portici – Castellammare non ha subito alcuna riduzione.” La nota segnalava altresì che sulla linea ferroviaria costiera “…fra Napoli e Portici, fino a Torre Annunziata Centrale, nei giorni feriali circolano 86 treni, ovvero quattro corse in più rispetto al precedente orario in vigore fino allo scorso 9 dicembre, con un cadenzamento di servizi metropolitani e treni ogni 30 minuti.” La nota si concludeva con la ulteriore precisazione che non si prevede alcuna “…riduzione del servizio anche fra Torre Annunziata Centrale e Castellammare di Stabia, dove viaggiano 14 treni al giorno.”
Da questi dati è lecito dedurre che nessuna chiusura né trasformazione dovrebbe interessare a breve la tratta ferroviaria Castellammare-Torre Annunziata. E anche che sbagliava chi avanzava la ipotesi di una graduale riduzione dei treni fatta con l’obiettivo di dismettere l’intera tratta o, piuttosto, di sostituire la linea ferroviaria esistente con un altro tipo e un’altra linea di trasporto da e per Napoli. ma c’è dell’altro. E non è poco.
RFI/Rete Ferroviaria Italiana infatti nella nota precisa e chiarisce anche che spetta alla Regione Campania richiedere un eventuale incremento delle corse, essendo proprio essa stessa la “committente” del servizio trasporto regionale. La nota della RFI infine smentisce decisamente ogni ipotesi di dismissione della linea Torre Annunziata-Castellammare, aggiungendo una dichiarazione abbastanza sibillina, in quanto precisa che hanno validità le richieste di “soggetti terzi secondo iter non regolamentari”.
In quanto, conclude la stessa nota RFI “…Nessun soggetto, pubblico o privato, può dare impulso all’eventuale dismissione di linee ferroviarie, se non la Regione attraverso una programmazione specifica con il gestore dell’infrastruttura. Infine la nota rincara la dose, aggiungendo anche che RFI ha “espresso parere negativo sul progetto di dismissione della Portici-Torre Centrale.” La nota RFI non chiarisce a chi o quando abbia espresso tale importante Parere Negativo, ma chiarisce che la ipotesi di dismissione della tratta Portici-Torre Centrale rappresenta “un’ipotesi in contrasto con i piani di sviluppo della rete ferroviaria Napoli-Salerno in termini sia di manutenzione straordinaria sia di sviluppo infrastrutturale e tecnologico”
Non c’è molto da dire ancora. E’ la stessa nota RFI che senza mezzi termini dice al Soggetto promotore della dismissione: Prendi, Pesa, Incarta e Porta a casa. Punto.
In ogni caso, la posizione della RFI rappresenta senz’altro una prospettiva positiva per chi utilizza il servizio di trasporto pubblico per raggiungere Napoli provenendo da Castellammare e dalla Salerno-Pompei. Ora c’è da sperare soltanto che il 2019 porti con sé un ventata di chiarezza sulle ipotesi avanzate dall’Associazione Imprenditoriale NAPLEST per il Grande Progetto Pompei e da quest’ultimo forse recepite nella Buffer Zone. Finora è mistero.
Però va detto per dovere di cronaca ciò che il generale Cipolletta – per la sua competenza di Responsabile del Grande Progetto Pompei – ebbe già ad affermare nella sua audizione davanti alla Commissione Parlamentare per i Beni Culturali. Egli stesso affermò di non credere molto alla ventilata ipotesi di dismissione di gran parte della tratta ferroviaria costiera ex FFSS (ndr: perché di questa si tratta!). Insomma, per certi aspetti il mistero si fa buffo.
Ci sarebbe a questo punto da domandarsi chi – o quale organismo politico – abbia tanto sostenuto la proposta dell’Archistar Josè Acibillo che, per incarico di NAPLEST, prefigura di sostituire la tratta costiera ex FFSS con la tratta interna ex SFSM. In tale ipotesi si è anche contestualmente previsto lo spostamento del baricentro del flusso turistico su ferro diretto agli Scavi di Pompei nell’area a monte degli Scavi, interessata nel prossimo futuro dal cosiddetto Hub di Civita Giuliana. E si è fatto cio’, tralasciando di ben valutare le mille e una problematiche connesse a tale tipo di scelta territoriale, a cominciare dallo scartamento dei binari che nel caso della ex Circumvesuviana è ridotto, come è noto. Senza parlare poi dei disagi dei pendolari provenienti su ferro da Salerno e dall’area Stabiese Sorrentina.
Insomma si proponeva di realizzare una soluzione peggiore del male, costituito dall’attuale assetto cinematico territoriale, che va comunque rivisto. Ma si deve evitare assolutamente il rischio di buttar via il bambino insieme con l’acqua sporca.
Federico L.I. Federico
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