“Venticinque anni fa ci fu la prima elezione diretta dei sindaci da parte dei cittadini: fu un grande fatto politico. I partiti erano in crisi, alcuni addirittura scomparsi. I sindaci fecero da supplenti della democrazia. Oggi, come allora, possono avere un ruolo importante”. Lo ha dichiarato Antonio Bassolino, ex sindaco di Napoli ed ex presidente della Regione Campania, intervenendo stamattina nella trasmissione Barba e Capelli, su Radio Crc.
“Osservare e rispettare le leggi è un dovere per un amministratore – ha continuato Bassolino -. Al tempo stesso, ogni sindaco ha il diritto di battersi per modificare leggi, usando gli strumenti già previsti dalla Costituzione e dalla normativa. In questo senso a me sembrano del tutto legittima le iniziative di alcune regioni per modificare il decreto Sicurezza: in Toscana approvano oggi un atto per rivolgersi alla Corte costituzionale. Io cercherei tutte le strade verso il Parlamento e verso il Governo perché si possa anche in via parlamentare modificare le parti più sbagliate di una legge come questa”.
“Oggi, c’è un problema di partecipazione – ha continuato Bassolino a Radio Crc -. Si sta affermando una democrazia delle minoranze. Noi dobbiamo allargare la partecipazione democratica. Questo è un grande tema per tutti, anche per i partiti politici. Una sfida per la sinistra. Un anno fa, per la sinistra, la botta è stata pesante. Un pugno nello stomaco. Ma la politica può spostare montagne. Con il pessimismo dell’intelligenza, occorre l’ottimismo della volontà. Si può fare. Non è vero che non si può. Dipende da noi. Quando vinse Berlusconi sembrava non ci fosse niente da fare ma tra il ’95 e il ’96 mettemmo insieme sinistra e cattolici e aprimmo, con Prodi, la stagione dell’Ulivo: vincemmo e cambiammo. Anche nel ’93, quando tornai a Napoli, il Pds era all’8 per cento dei voti. Ci rivolgemmo alle forze migliori della città, uscimmo dalle correnti, andammo in tutti i luoghi pubblici e nel giro di otto mesi vincemmo le elezioni. Senza guardare indietro, perché il mondo cambia, ma con lo spirito giusto, dobbiamo cominciare il cammino della risalita, come nuovo centro sinistra italiano, per riaprire una prospettiva e ripresentarci come alternativa di governo. L’opposizione vale, nella misura non solo di quanto alza la voce, ma per come mette in campo le forze più ampie per essere un’alternativa a chi governa oggi”.
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