Arzano. SOS Camorra & politica: in Antimafia un nuovo dossier sul comune. Carte che scottano, equilibri sottili e figure di insospettabili a corollario di un sistema ben rodato dentro e fuori dalla politica. Una fitta rete di faccendieri, spioni, politici e professionisti che avrebbe addirittura nelle proprie mani la possibilità di gestire alcuni settori specifici della casa comunale tanto da condizionarne le attività. Un incartamento voluminoso che parlerebbe (il condizionale è d’obbligo) di plagi, di avvertimenti, di scontri e di una “penetrazione” invasiva e violenta della politica “collusa” e di un clan locale che incuterebbe paura e timore. Uno dei vulnus sarebbe rappresentato dall’edilizia con soggetti che, nonostante colpiti da provvedimenti giudiziari, garantirebbero interessi occulti. E per farsi trascinare dall’adrenalina, basta farsi un giro sull’Albo pretorio del Comune per capire cosa c’è o cosa manca. Un sistema – cosi come nell’ultimo voluminoso incartamento presentato al Ministero dell’Interno -, come spesso accade, fatto in “copia e incolla” delle relazioni semestrali della DiA. Ad Arzano la camorra si è evoluta forte dei suoi appoggi nemmeno tanto velati e di un sottobosco fatto dai nuovi colletti bianchi e dai “pupari” ben noti che nell’ombra intessono rapporti e affari. Pupari che, parafrasando il poeta Boito “Questa è la vita!”, avrebbero messo le mani su aree molto vaste. L’ultimo stadio evolutivo è quello “simbiotico”, in quanto l’organizzazione (non solo quella criminale – malavitosa) si sta sciogliendo praticamente nel tessuto economico e imprenditoriale del territorio dando vita, soprattutto attraverso partecipazioni societarie, ad imprese che forniscono prodotti legali con modalità spesso solo apparentemente legali, e per tal motivo non potendo fare a meno di incorporare quel potenziale di violenza, intimidazione, corruzione che accompagna il “patto del silenzio”. L’imprenditoria che origina dai capitali illeciti, sembra aver costituito l’indotto dell’ imprenditoria criminale e, al pari dell’indotto dell’industria lecita. Le vicende del comune di Arzano balzato alle cronache per il best seller “Io speriamo che me la cavo” e due scioglimenti per camorra nel 2008 e 2015, sono già finite all’attenzione della commissione Antimafia e da voci che trapelano, a breve potrebbe esserci una nuova convocazione a dedurre su atti che sarebbero parsi all’antimafia come una sorta di “aleatoria” e non conforme veridicità dei fatti. Tanto da far correre per le cosiddette “sette chiese” i burocrati comunali ormai alla frutta per la loro gestione superficiale. Intanto è caccia all’architetto della camorra . Mentre il funzionario colpito da provvedimento di rinvio a giudizio resta ancora saldo al proprio posto.
Antonio Agliarulo
Articolo pubblicato il giorno 5 Gennaio 2019 - 14:33