Ci sono anche alcuni italiani tra le persone che per oltre un mese hanno protetto la latitanza di Cesare Battisti. Secondo quando si apprende da due diverse fonti, per rintracciare l’ex terrorista dei Pac sono state messe sotto controllo le utenze intestate a tre, quattro persone del suo entourage che, a loro volta, erano in contatto con altri soggetti. In tutto una decina di persone, cittadini brasiliani, boliviani e anche qualche italiano. L’ultima localizzazione di Cesare Battisti, prima dell’arresto di ieri a Santa Cruz de la Sierra , risale a due o tre giorni fa quando si trovava nei dintorni dell’aeroporto di La Paz. E’ quel che risulta dalle indagini coordinate dal sostituto pg di Milano Antonio Lamanna e affidate alla Digos. Indagini avviate dopo la sua fuga dal Brasile e che grazie a un sistema di controllo sofisticato su una quindicina tra telefoni, tablet e pc intestati a prestanome hanno consentito di ‘seguire’ gli spostamenti dell’ex terrorista.”Dal momento che Cesare Battisti non si trova in Brasile, i suoi avvocati brasiliani non hanno autorita’ per agire in una giurisdizione diversa da quella del Brasile. Ci auguriamo comunque che i diritti fondamentali del nostro cliente siano tutelati”. Lo afferma Igor Tamasauskas, uno dei legali dell’ex terrorista arrestato ieri in Bolivia.
Articolo pubblicato il giorno 13 Gennaio 2019 - 12:16