“Fare gli affari con la camorra non è conveniente perché o si viene arrestati o si finisce in bancarotta, prima o poi si viene scoperti”. Lo ha detto Luigi Riello, procuratore generale della Corte dei Conti di Napoli, durante la conferenza stampa di presentazione dell’anno giudiziario che si terrà sabato. “È fondamentale i fili invisibili che esistono tra una società apparentemente per bene e la camorra” , ha spiegato. E poi ha aggiunto: “La camorra, quando viene colpita, reagisce in maniera scomposta, ma il messaggio deve essere chiaro: questi fili vanno recisi. C’è maggiore fluidità nella camorra e gli assetti strutturati di una volta sono cambiati. Napoli, dunque, resta una città difficile da analizzare e difficile da schematizzare, ma il lavoro della magistratura e il controllo territorio sortiscono effetti importanti. Tuttavia, neanche il tempo di rallegrarci che sono avvenuti fatti difficilmente leggibili”, sottolinea Riello. Forte resta la “commistione sotterranea tra criminalita’ e persone insospettabili, e cioe’ notabili, politici imprenditori e liberi professionisti – spiega – ci sono fili non visibili nelle statistiche e che dobbiamo recidere. Questi fili sono stati recisi perché le indagini della Dda di Napoli hanno ottenuto risultati importanti, ma persiste la volontà e la vocazione imprenditrice da parte camorra che trasforma la violenza in forza economica. Non cerchiamo eroi tra i cittadini, ma le due città apparentemente separate si incontrano: merci contraffatti, uso di stupefacenti, prostituzione, credito illegale, parcheggi abusivi e contrabbando”.
Aumento pendenza procedimenti penali
Pendenza dei procedimenti penali in aumento mentre diminuiscono quelli civili. È quanto emerge dalla relazione presentata, questa mattina a Napoli, dal procuratore generale Luigi Riello e dal presidente della Corte d’appello Giuseppe de Carolis di Prossedi’. La carenza di organico è l’elemento che ha portato all’aumento nel settore penale, dove per le sezioni ordinarie c’è stato un aumento del 9,2%.”ci sono 15 magistrati in meno e quindi immaginate quanto questo possa pesare”, ha spiegato De Carolis di Prossedi’.
“Allarme prescrizione”
Circa 3mila processi ogni anno nel Distretto di Corte d’Appello di Napoli vengono estinti per prescrizione. Il 33 per cento dei reati si perdono in secondo grado. “Mancano 15 magistrati e se pensiamo che c’e’ un solo un ausiliario idoneo a spingere i carrelli con i fascicoli che viaggiano da una parte all’altra del tribunale. Questo rende chiara l’emergenza”, ha spiegato Giuseppe de Carolis, presidente della Corte d’Appello di Napoli incontrando la stampa a pochi giorni dall’inaugurazione del nuovo anno giudiziario. Per il procuratore generale, Luigi Riello, neanche la “sospensione della prescrizione potrebbe servire, dato che corre il rischio di aumentare processi lumaca. Vanno modificate tante cose, come ad esempio le letture di atti processuali, sanzioni alternative al carcere effettive e dissuasive e stanziamenti straordinari per il settore Giustizia”. La Corte d’Appello del Distretto di Napoli resta al secondo posto in Italia per numero di processi definiti, subito dopo Roma. E’ record con 11.187 procedimenti penali definiti, mentre ne sono arrivati 15mila che sono “difficili da gestire con organico non adeguato”, spiega de Carolis. Sono stati definiti 95 processi in Corte d’Assise, “che e’ il nostro codice rosso”. Nel settore civile, si e’ passati da 49 mila processi a 45mila pendenti. I tribunali civili del Distretto hanno in totale 208mila pendenze. A Napoli Nord la “situazione e’ drammatica”, con 25mila processi definiti e “una sopravvenienza enorme con risorse inferiori e inadeguate”, dice ancora De Carolis. Sono diminuite le pendenze per i processi di protezione internazionale, ma sono ancora a quota 3.300. Nel settore penale, aumenta la pendenza in Corte d’appello nonostante mole di sopravvenienza di 15mila nuovi processi. Aumentano le pendenze per i minorenni, i cui processi sono passati da 104 a 145. Oltre alla definizione dei processi per omicidio, l’altra priorita’, per De Carolis, e’ l’esecuzione: “Tra il 2017 e il 2018 sono stati emessi piu di 8mila estratti esecutivi. Nel primo semestre sono stati 2.999”. Infine, sull’andamento dei reati si evidenzia un calo nell’anno solare 2018, passando da 131mila a 128mila. Gli omicidi sono scesi da 35 a 21 e solo 8 sono legati alla camorra rispetto ai 22 dell’anno precendente. Diminuiti in modo massiccio gli incendi boschivi, passati da 53 a 8. Vi sono ancora 4700 rapine, 660 casi di usura, 46 le associazioni. Ancora alti i numeri dei reati legati allo spaccio con 2mila reati commessi. Aumentati i furti con 68mila casi nel solo 2018 e i delitti informatici passati da 303 a 521.
Grave carenza dei servizi sociali
Sul fronte della lotta alla criminalità minorile “abbiamo denunciato la carenza di servizi sociali, di operatori sociali. Su questo profilo non sono stati fatti passi da gigante e questo è molto grave”. Ha detto ancora il procuratore generale di Napoli, Luigi Riello. E poi ha aggiunto: “La giustizia lenta è uno dei cancri della giustizia italiana, ma la risposta del Tribunale per i minorenni sugli episodi sconvolgenti dello scorso anno è stata molto rapida. Sono stati accesi i riflettori su questa realtà, è venuto a Napoli il Csm che ha svolto un plenum qui. Noi abbiamo denunciato soprattutto la carenza di servizi sociali e su questo profilo non sono stati fatti passi da gigante e questo molto grave”. Riello ha ribadito che “la risposta repressiva dello Stato c’è stata, anche con norme più dissuasive, ma senza una bonifica sociale vera con forze e fondi straordinari non andiamo da nessuna parte”.
Camorra: meno omicidi ma la situazione resta grave
Resta “grave” la situazione con riguardo alla criminalità organizzata a Napoli e provincia “nonostante la rilevante riduzione degli omicidi di camorra”. Ha invece spiegato il presidente della Corte d’Appello di Napoli, Giuseppe De Carolis di Prossedi, nel corso di un incontro con la stampa in vista della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario che si terrà sabato mattina al Maschio Angioino. La criminalità organizzata, ha spiegato De Carolis citando la Questura di Napoli, “ha assunto in città e provincia negli ultimi tempi delle caratteristiche di maggiore fluidità, con sodalizi criminali composti anche da elementi molto giovani che mutano assetto, consistenza e obiettivi nel volgere di pochi mesi e si scontrano tra loro con metodi violenti e colpi di ‘stese’ per il controllo delle piazze di spaccio e talvolta anche per contendersi minime estensioni di territorio, senza la capacità di misurare il rapporto tra benefici e costi delle proprie azioni criminali, come dimostrano anche i preoccupanti episodi verificatisi di recente di esplosioni di ordigni nel centro storico di Napoli e soprattutto di Afragola, che hanno creato un notevole allarme sociale”.
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