E’ stato pubblicato il nuovo regolamento che i turisti devono osservare per visitare Pompei antica. È vietato, in particolare, avvicinarsi eccessivamente e toccare oggetti, affreschi, arredi; è vietato deturpare con oggetti appuntiti, pennarelli, matite, vernici pavimenti, muri, arredi antichi, affreschi, panchine, statue, fontane, banconi e qualsiasi altra superficie. Non si può salire o arrampicarsi sui muri, sulle fontane, sui banconi e su qualsiasi struttura o arredo antico, abitudine invalsa negli ultimi tempi soprattutto per scattare i famigerati selfie. Non si può accedere alle aree delimitate da transenne e dissuasori; scavalcare transenne, recinzioni, dissuasori; aprire cancelletti chiusi o accostati e sostare sui cigli degli scavi. Non si possono consumare alimenti al di fuori dei luoghi appositamente predisposti. Non si possono introdurre attrezzature ottiche e audio di tipo professionale (telecamere, microfoni, mixer audio). E ancora: è vietato introdurre cani di grossa taglia (oltre i 25 chilogrammi) anche se al guinzaglio e con museruola; gli animali ammessi dovranno essere dotati di guinzaglio e tenuti in braccio all’interno degli edifici. Il regolamento è stato redatto dal dal direttore generale del Parco Archeologico, Massimo Osanna e contempla anche qualche divieto un po’ più bizarro come, per esempio, il divieto di girare per le domus seminudi e con l’ombrello: i trasgressori “saranno puniti secondo le norme in materia amministrativa e penale e immediatamente allontanati dal Parco Archeologico”. E’ vietata l’introduzione di mezzi di qualsiasi tipo, fossero essi elettrici, biciclette e monopattini. E’ vietato anche entrare con zaini, valigie e borse voluminose ed altri oggetti ingombranti, che devono essere lasciati al deposito bagagli (il servizio è gratuito) dove vanno lasciati anche gli ombrelli, considerati oggetti potenzialmente contundenti per via della punta che può danneggiare affreschi e monumenti. Ora ci si chiede, così come per le tenute estive, come fare quando piove e come convincere – d’estate – le migliaia di turisti a lasciare il sito se indossano shorts o minigonne succinte e se sono a torso nudo se si tratta di uomini. Si pone quindi un problema organizzativo. Le guide, poi, abituate ad innalzare ombrelli colorati per farsi identificare dal gruppo che accompagnano, dovranno trovarsi un altro vessillo. Ma andiamo avanti: è vietato parlare ad alta voce così come vietato è correre o disturbare in qualsiasi modo gli altri visitatori. Guai a fumare al di fuori degli spazi consentiti. Non è possibile raccogliere frutti o fiori, accendere fuochi, gettare sigarette accese o comunque tenere comportamenti che possano provocare rischio incendio. Scavare buche. Entrare con abiti da cerimonia, maschere e costumi. Esibire bandiere e vessilli. C’è poi il codice delle responsabilità: “I percorsi interni al sito, coincidendo per la quasi totalità con la città antica, presentano dislivelli e altezze variabili e discontinuità più o meno marcate. Dovrà, pertanto, essere usata la massima cautela e attenzione. Eventuali danni a persone o cose, derivanti dalla tenuta di un comportamento poco diligente e prudente, esulano da ogni responsabilità dell’amministrazione; si esclude, pertanto, ogni pretesa risarcitoria a carico del Parco Archeologico. Inoltre, tenuto conto della naturale fragilità del sito dovuta alla storicità delle strutture, esulano da ogni responsabilità dell’Amministrazione eventuali danni a persone o cose provocati da casi fortuiti e non dovuti ad incuria”. Oggi entra in vigore il regolamento che i turisti dovranno osservare e oggi si inaugura la mostra “Pompei e gli Etruschi” nella Palestra Grande, curata dal direttore generale Massimo Osanna e da Stéphan Verger; è promossa dal Parco Archeologico di Pompei con il supporto del Museo Archeologico Nazionale di Napoli e il Polo Museale della Campania e l’organizzazione di Electa. Osanna, per garantire la sicurezza nel sito archeologico che registra numeri come quattro milioni e mezzo di visitatori, ha dotato la città sepolta di metal detector e guardie private armate, che collocherà ad ogni ingresso delle antiche vestigia. Questa ultima circostanza ha sollevato le ire dei sindacati che, questa mattina, manifesteranno davanti a Porta Anfiteatro. “Sono stati noleggiati con contratto trimestrale dei metal detector al costo di 18mila euro e relative guardie giurate private per controllare gli ingressi – spiega Maurizio De Martino della Usb – mortificando gli assistenti alla fruizione, accoglienza e vigilanza del Mibac. Basta con le esternalizzazioni”. De Martino denuncia anche i ritardi dell’espletamento del bando per l’assegnazione dell’appalto del verde del sito: “Sono mesi che i giardinieri non percepiscono stipendio, per la scadenza del contratto e in attesa del nuovo bando. Queste ritardi danneggiano gravemente i lavoratori. Il direttore generale Osanna nonostante abbia sempre garantito, in ogni sede, il mantenimento dei posti di lavoro, ha affidato in maniera temporanea il servizio del verde ad una società che si avvale della manodopera di altri operai”.
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