Il Tribunale del Riesame di Napoli ha confermato la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del patron dell’emittente televisiva Julie Italia, accusato dalla Procura della Repubblica di Napoli di frode e truffa sui contributi statali destinati alle emittenti locali. Nell’inchiesta della Guardia di Finanza di Napoli sono finiti una strettissima collaboratrice di Varriale, Carolina Pisani, e due commercialisti Claudio Erra e Renato Oliva, ai quali, come a Varriale, sono state notificati gli arresti domiciliari, lo scorso 14 novembre. Gli arresti domiciliari sono stati confermati anche agli altri tre indagati. La guardia di finanza esegui’ anche un sequestro di beni per 3 milioni di euro su cui si pronunceranno tra qualche giorno. “Prendiamo atto di una decisione del Tribunale della Liberta’ che purtroppo ci consentira’ di conoscere i motivi solo tra 45 giorni”, ha commentato l’avvocato Giovanni Siniscalchi, legale dell’avvocato Lucio Varriale e della sua collaboratrice Carolina Pisani. “Non si comprende – prosegue Siniscalchi – tuttavia come possano ritenersi sussistenti le esigenze cautelari dell’inquinamento probatorio e del pericolo di reiterazione dei presunti reati tributari dopo due lunghissimi interrogatori durati oltre sei ore ed una ampia produzione documentale riconducibile a ciascuna ipotesi di reato che non potra’ essere modificata poiche’ cristallizzata agli atti e dopo che l’avvocato Varriale ha rinunciato al suo ruolo di consulente legale rispetto agli incarichi ricevuti in relazione ai fatti contestati ed a svolgere il ruolo di editorialista ed opinionista presso le emittenti televisive oggetto d’indagine. Temiamo una incomprensibile compressione del diritto di manifestazione del pensiero”.
Articolo pubblicato il giorno 10 Dicembre 2018 - 12:55