La soluzione per evitare incidenti e scontri fuori gli stadi, come quelli organizzati mercoledì sera a Milano dagli ultras dell’Inter, “di sicuro non è mettere un poliziotto a ogni incrocio, per dirla con il linguaggio del senso comune. La verità è che la sera di Inter-Napoli abbiamo evitato una strage grazie al tempestivo intervento degli agenti, abbiamo evitato che le cose peggiorassero in modo drastico grazie alla nostra organizzazione. Sarebbe stato troppo rischioso fermare la partita. Il 99,9% dei tifosi è gente perbene, che va allo stadio per godersi la partita con i figli, gli amici. E anche l’azienda calcio va tutelata perché dà lavoro a molte persone e appassiona milioni di persone. L’esasperazione del tifo è un fenomeno negativo, ma si può combattere con le indagini e le sanzioni. Sanzioni serie ovviamente”. Lo dice in un’intervista a La Gazzetta dello Sport il questore di Milano (e ex arbitro di Serie A e B nei primi anni ’90) Marcello Cardona. Per Cardona l’intransigenza è il primo strumento, “ma non è l’intransigenza di Cardona. Questa linea è concertata con il Capo della Polizia, il prefetto Franco Gabrielli, con il capo della Procura della Repubblica di Milano, il dottor Francesco Greco, ed è la stessa dell’Arma dei Carabinieri. Parte da Milano e può coinvolgere tutta l’Italia. Intransigenza vuol dire applicare i decreti che ci sono, per esempio il n. 119 del 22 agosto 2014 sulla chiusura dei settori ospiti. Siamo tutti impegnati in questa operazione. L’intransigenza istituzionale, dovuta e voluta. E’ l’intransigenza della gente che pretende il rispetto delle leggi. A San Siro, lo ripeto, poteva succedere di tutto dopo quella partita; e poteva succedere dappertutto”. “La giustizia sportiva può e deve fare la sua parte in maniera consistente. Le istituzioni sportive – dice il questore – applichino le sanzioni, che in buona parte già esistono, e le applichino in maniera più severa. Chiudere un settore, applicare le ‘porte chiuse’, può essere doloroso ma può aiutare a contrastare i comportamenti violenti, per esempio le aggressioni agli arbitri in campo o negli spogliatoi, per restare a episodi recenti. Ma lo sport certo che deve fare la sua parte”. Sulle indagini in corso sulla rissa in Via Novara, il questore conferma “9 indagati e 3 arresti”, mentre chi ha investito la vittima “un aspetto da approfondire, stiamo studiando diverse ipotesi. Potrebbe essere che a investire il tifoso sia stata una persona estranea agli incidenti, che passava casualmente. Visto il caos, ha pensato solo ad allontanarsi, perché magari viaggiava con bambini, per fare un esempio. E magari non si è reso neanche conto di aver investito qualcuno”.
Articolo pubblicato il giorno 28 Dicembre 2018 - 09:19