Teano. “No al mostro ecologico”: in Consiglio Comunale il prossimo 12 dicembre faccia a faccia con le Associazioni Ambientaliste. Nell’area dalle fonti del Riardo in acque purissime si sono insediate Ferrarelle, Natia e Santagata con centinaia e centinaia di dipendenti. In località S. Croce di Teano, si vorrebbe realizzare uno dei più grandi impianti a livello nazionale, con migliaia di tonnellate al giorno di materiali tossici gestiti dalla società Ge.S.I.A. S.p.A.Da premettere che parte del territorio di Teano rientra nel Parco Regionale di Roccamonfina e il suo territorio è considerato, nei vari Piani della Regione e della Provincia, come zona naturalistica, di valore agricolo e paesaggistico, con limitata edificabilità.
Un’area incontaminata tra le rocce vulcaniche del Roccamonfina e del monte maggiore, tra i comuni di Riardo e Teano. Dove sorge l’Oasi Ferrarelle FAI di Riardo
L’azienda che in collaborazione con il FAI (Fondo Ambiente Italiano), ha un’oasi di ben 145 ettari, di cui 88 adibiti a coltivazione biologica, nei pressi delle fonti delle acque minerali Ferrarelle, Natia e Santagata. Un’area incontaminata tra le rocce vulcaniche del Roccamonfina e del monte maggiore, tra i comuni di Riardo e Teano. Il FAI che ha patrocinato questa importante opera di riqualificazione e valorizzazione ha messo a disposizione di tutti l’Oasi Ferrarelle di Riardo. Gli scopi principali sono: la valorizzazione paesaggistica, la conservazione della biodiversità, la tutela dell’acqua come bene prezioso di straordinaria importanza, la conoscenza di questa splendida zona naturale attraverso visite guidate e varie attività (didattiche, ludiche, culturali, gastronomiche). Su tutta l’area dell’Oasi sono presenti solo colture gestibili con l’acqua, come gli ulivi, che non hanno bisogno di pesticidi e le cui radici danno grande compattezza al terreno. Tutto ciò per garantire la purezza naturale della zona e non interferire sulle falde acquifere sottostanti. Nell’oasi si trovano anche vaste aree boschive di querce e castagni. Tra le colture sono presenti anche il nocciolo, il ciliegio, oltre alla tradizionale mela “annurca”. L’area ospita, inoltre, specie faunistiche, come uccelli rapaci ed aironi, e le api. Da quest’ultime, attraverso la pratica dell’apicoltura, viene prodotto il miele. A far da chiosa a queste stupende terre L’area vi è anche un notevole interesse archeologico, per i resti di un grande complesso termale di età imperiale in località S. Croce. Tutta l’area assume anche una forte valenza urbanistica collocandosi a pochi metri dalla vasta area archeologica della città antica di Teanum Sidicinum.
Gustavo Gentile
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