Una stangata da oltre 900 euro. E’ quella che attende le famiglie italiane nel 2019 a causa dell’aumento di pezzi e tariffe. I piu’ tartassati saranno gli automobilisti che, oltre all’ecotassa, dovranno sopportare un aumento di oltre il 2% delle multe, il possibile ritocco del costo della benzina se il petrolio dovesse ritrovare vigore sui mercati internazionali, l’adeguamento dell’Rc Auto che gia’ nel secondo semestre del 2018 e’ salita dell’1,4%. Per quanto riguarda i pedaggi autostradali si e’ ancora in attesa del decreto interministeriale che dovra’ fissare le nuove tariffe. Al ministero dei Trasporti, si respira comunque aria di ottimismo per una sterilizzazione ormai giudicata certa degli aumenti su gran parte della rete autostradale. In particolare, il blocco riguardera’ anche Aspi e Strada dei Parchi (A24-A25). Per alcune concessionarie si arrivera’ invece a ritocchi minimi e i gestori hanno comunque assicurato che sara’ d’ora in poi valutato in modo piu’ puntuale (sul singolo anno anziche’ ogni cinque anni) il rapporto tra tariffe, andamento dei prezzi e investimenti. Secondo l’osservatorio Autopromotec i costi complessivi per la gestione degli autoveicoli hanno toccato quota 195,3 miliardi di euro nel 2018, l’11,1% del Pil, in aumento del 3,3% rispetto al 2017. Nel dettaglio, gli italiani hanno speso 60,7 miliardi per il carburante, 50,3 miliardi per l’acquisto del mezzo di trasporto, 39,3 miliardi per manutenzione e riparazioni, 17,7 miliardi per l’assicurazione, 8,3 miliardi per i pedaggi, 8 miliardi per i parcheggi, 6,9 miliardi di tasse e 4,1 miliardi per gli pneumatici. Ma la lista dei rincari non si ferma all’automobile. Secondo il Codacons, solo il tasso d’inflazione, se il costo della vita si manterra’ sui tassi attuali, costera’ 211 euro in piu’ a famiglia per i beni al dettaglio e 185 euro in piu’ per l’alimentazione. Per quanto riguarda il costo dell’energia sono di pochi giorni fa i ritocchi alle tariffe di luce e gas decisi dall’Arera. Per l’Unione consumatori l’intervento vale un risparmio annuo di 50 centesimi per la prima e un aggravio di 26,3 euro per il secondo.
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