La dirigenza tutta della Givova Scafati esprime con profondo risentimento la collera e l’indignazione conseguente agli accertamenti, alle richieste di pagamento e alle sanzioni comminate ed irrogate (anche per il tramite della società concessionaria per la riscossione Ge.Se.T. Italia S.p.A.) nel corso dell’ultimo mese dal Comune di Scafati (Sa), attualmente rappresentato dai commissari prefettizi, che pare abbiano messo nel proprio mirino la società gialloblù, vessata e tartassata da richieste assolutamente illegittime. E pensare che, oltre a versare un relativo canone per gli uffici del PalaMangano, la società paga attualmente ben € 81,34 per ciascuna ora di utilizzo del campo di gioco. Come se non bastasse, poi, negli ultimi tempi si sono susseguiti e si riverberano tutt’oggi, con cadenza periodica, continui sopralluoghi della Polizia Municipale finalizzati ad effettuare rilievi all’interno della struttura, costringendo addirittura in una di queste occasioni lo staff amministrativo societario ad abbandonare i propri uffici.
Lo scorso mese di novembre, infatti, è stata notificata richiesta di pagamento della somma di € 20.771,23 riferita al presunto mancato pagamento dei canoni di utilizzo del PalaMangano nelle stagioni agonistiche 2015/2016 e 2016/2017. Tale importo non è a nessun titolo dovuto dalla società dell’Agro all’ente comunale, in quanto quest’ultimo, in relazione alla gestione del Centro Sportivo di via della Resistenza (affidato con determina 312 del 16/07/2015), sarebbe a sua volta debitore nei confronti del sodalizio del presidente Rossano dell’importo complessivo di € 35.380,00 (del cui pagamento non vi è finora alcuna traccia) ed avrebbe dovuto applicare al caso di specie la compensazione già concordata con gli uffici comunali a tal’uopo preposti.
Come se non bastasse, la scorsa settimana è stato altresì notificato accertamento relativo all’imposta comunale sulla pubblicità per gli anni dal 2013 al 2018, per un importo complessivo di € 88.278,94. Anche tale richiesto importo, riferito agli spazi pubblicitari esposti all’interno del PalaMangano, è assolutamente illegittimo, in quanto la legge finanziaria per l’anno 2006, ha stabilito, senza alcun dubbio interpretativo, che per le associazioni sportive dilettantistiche e per le società sportive dilettantistiche costituite in società di capitali senza fine di lucro (proprio come il Basket Scafati 1969 s. s. d. a r. l), la pubblicità, in qualunque modo realizzata negli impianti utilizzati per manifestazioni sportive dilettantistiche con capienza inferiore ai 3.000 posti, è esente da imposta di pubblicità di cui al capo I del Decreto Legislativo 15 novembre 1993, n. 507. Sul punto, va evidenziato innanzitutto che la capienza del PalaMangano è stata ridotta nel 2011 a 2.500 posti e nel 2016 addirittura a 2.000 e che dal 2001 il campionato di serie A2 è un campionato a tutti gli effetti dilettantistico. Tale interpretazione è diventata nomofilattica in seguito alla nota 1576 del 03/04/2007, resa dal Dipartimento delle Politiche Fiscali del Ministero Dell’Economia e delle Finanze, il quale ha chiarito che “La disposizione di cui al comma 11-bis dell’articolo 90 della legge 27 dicembre 2002, n. 289, si interpreta nel senso che la pubblicità in qualunque modo realizzata dai soggetti di cui al comma uno del medesimo articolo 90, rivolta all’interno degli impianti dagli stessi utilizzati per manifestazioni sportive dilettantistiche, con capienza inferiore a tremila posti, è esente dall’imposta di pubblicità di cui al capo I del D. Lgs. 15 novembre 1993, n.507 ”.
E tutto questo senza dimenticare che il PalaMangano è una struttura in continua decadimento, con vistose infiltrazioni e problemi agli impianti elettrici e idraulici, che necessiterebbe di costanti opere di manutenzione ordinaria, finora realizzate per lo più dalla società a proprie spese, al fine di rendere fruibile la struttura e benché non ne fosse ad alcun titolo tenuta.
La società, che da oltre trent’anni svolge un’importante opera sociale nella città di Scafati, con grande sacrificio, abnegazione e impegno finanziario, facendo balzare alle cronache nazionali la cittadina dell’Agro per meriti sportivi e non solo, si ritiene profondamente offesa ed irritata da questa sorta di persecuzione posta in essere dal Comune di Scafati (Sa), presso il quale probabilmente qualche dirigente non ha piacere che a Scafati continui a giocare una società di serie A2, con così tanti campionati vinti e prestigiosi trofei nel proprio palmares. Tale atteggiamento sta sempre più inducendo la dirigenza a disputare altrove le gare interne, in uno dei paesi limitrofi dotati di idonee strutture, in grado di ospitare una società militante nel secondo campionato nazionale, ben lieti di accogliere a braccia aperte una realtà sportiva solida e storica come quella gialloblù.
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